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Un tesoro nascosto, dei codici segreti, dei cowboy che trovano una montagna piena d’oro nelle atmosfere del selvaggio west… un mistero ancora irrisolto!
Wow, chi è il master che ha scritto questa storia? Nessuno… è una storia vera, che vi proponiamo oggi nella rubrica Storie di Immaginaria Realtà.
1823, Hotel Washington di Lynchburg.
Il proprietario è Robert Morriss, conosciuto come un uomo affabile e di assoluta onestà.
Era il mese di Gennaio quando Thomas J. Beale varcò la porta dell’hotel.
Beale era un uomo di corporatura media sul metro e ottanta, in perfetta forma fisica, con occhi neri e capelli corvini.
Egli passò gran parte dell’inverno all’hotel Washington e, sebbene la sua presenza fosse gradita a tutti, non parlò mai del suo passato e della ragione che l’aveva condotto lì.
Verso fine Marzo partì misteriosamente come del resto misterioso era stato il suo arrivo.
Beale fece ritorno a Lynchburn due anni dopo: nel Gennaio del 1825 e, come suo solito, vi passò l’inverno e poi sparì.
Prima di partire, però, affidò a Morriss una scatola chiusa a chiave che, a suo avviso, conteneva documenti di estrema importanza.
Il proprietario mise la scatola in cassaforte, non preoccupandosi del suo contenuto.
In seguito gli arrivò una lettera proveniente da St. Luis, datata 9 Maggio 1822 che svelava il contenuto della scatola:

” …Contiene carte di importanza vitale per le mie fortune e per quelle di diverse persone con cui sono in affari, e nell’eventualità della mia morte la sua perdita sarebbe irreparabile. Comprenderete, quindi, la necessità di fare ogni sforzo perchè un simile disastro non avvenga… Se nessuno di noi dovesse tornare, vi prego di custodire la scatola per 10 anni e, nel caso in cui non venga reclamata nel corso di questi 10 anni, apritela.
Troverete, oltre a vari documenti, 3 FOGLI CHE VI SEMBRERANNO INCOMPRENSIBILI senza l’aiuto di una CHIAVE.
Ho posto la chiave ad un mio amico con l’ordine di farvela recapitare solo dopo Giugno 1832… “

Morriss, venuto a sapere dell’importanza del contenuto della scatola, la custodì con zelo per tutto il tempo indicato nella lettera. Ma Beale non tornò a recuperarla!
Nella lettera di Beale era menzionata una chiave, ma purtroppo questa, passato il 1832, non gli fu recapitata dal “fantomatico messaggero”.
Verso la fine del 1845 la curiosità spinse Morriss a leggere i documenti contenuti nella scatola: vi erano tre fogli coperti da numeri e un biglietto scritto da Beale:

” …Un giorno, durante l’inseguimento di una mandria, ci accampammo in un burrone, quattro o cinquecento chilometri a nord di Santa Fe. Dopo aver impastato i cavalli iniziammo a preparare la cena, quando uno degli uomini scoprì in una fenditura della roccia qualcosa che ad un primo sguardo sembrava oro.
La mostrò agli altri, che furono dello stesso parere… “

Continuando a leggere il biglietto, Morris venne a conoscenza del luogo in cui venne nascosto l’intero bottino.
Tale luogo era proprio Lynchburn dove Beale, trovato un posto sicuro, aveva nascosto l’oro trovato e per evitare che nell’eventualità fosse successo loro qualcosa, i propri parenti non avrebbero potuto ritrovare l’oro, decise di affidare la scatola a Morris…

Erano trascorsi 23 anni da quando Morriss vide Beale e ritenne suo compito trovare il bottino e farlo recapitare ai suoi parenti.
Non avendo ricevuto alcuna chiave, Morriss dovette affrontare i crittogrammi di Beale con la sola forza della logica.
Giunto all’età di ottantaquattro anni, nel 1862, egli giudicò che la sua vita stava volgendo al termine e, pertanto, doveva affidare nelle mani di una persona fidata i tre crittrogrammi.
Si confidò con un suo caro amico, cui resta celata ancor’oggi l’identità.
Fu questo “ignoto” a pubblicare, nel 1885, il famoso pamphlet: il secondo dei tre crittogrammi era stato decifrato e la chiave si trovava nella Dichiarazione di Indipendenza degli Stati Uniti!
Beale aveva numerato ogni parola da 1 a 1322 e aveva usato quel numero come equivalente di cifra per la prima lettera della parola e questo fu il risultato del messaggio decifrato:
« Ho depositato nel paese di Bedford a circa 4 miglia da Bufords in una fossa o in una cripta 6 piedi sottoterra, i seguenti articoli che appartengono al gruppo di persone i cui nomi sono nell’allegato “3”. Il primo deposito è consistito in 1.014 libbre d’oro e 3.812 libbre di argento, depositate nel novembre del 1819. Il secondo è stato fatto nel dicembre del 1821 ed è consistito da 1.907 libbre di oro e 1.288 libbre d’argento, e anche gioielli ottenuti a St. Louis per ridurre la fatica nel trasporto, valutati 13.000 dollari. Quanto sopra è nascosto al sicuro in recipienti di ferro con coperchi sempre di ferro. La fossa è malamente coperta dalla pietra e gli altri recipienti sono collocati sulla solida pietra e sono coperti da altre (pietre). Il foglio numero uno descrive l’esatta località della fossa così non sarà complicato trovarla. »

Per risolvere gli altri due crittogrammi si è provato in tutte le maniere: testi giuridici, la Bibbia, libri in lingua straniera, Shakespeare ma tutto questo non portò a nulla. Nel 1964 il dottor Carl Hammer di Washington programmò elaborati testi statistici per visualizzare le caratteristiche e le singolarità del crittogramma. Analizzò la distribuzione dei numeri, le somme e schemi matematici, ma i codici sono ancora li, indecifrati e probabilmente anche il tesoro (che oggi varrebbe circa 20 milioni di dollari) è ancora al suo posto, in attesa di essere trovato.

Volete approfondire? e allora eccovi qualche link:

La maggiore fonte per questo articolo

Un articolo su LegaNerd

Wikipedia, che ci sta sempre bene

Un saggio in pdf sulla crittografia classica (in pdf)

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