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Or bene, cos’è questo interessante titolo, trattasi forse di un GDR? In realtà no, diciamolo subito. Si tratta di un romanzo che, però, ha molto a che vedere con i GDR ed avrà ancora più cose in comune con questo campo in futuro. Un romanzo dell’italianissimo Maurizio Ferrero. Perché ne parliamo su GDR Italia? Perché le tematiche affrontate sono molto legate al nostro mondo ed il libro merita una lettura di noi appassionati del genere.

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Ma di che genere stiamo parlando? Ecco, questa è la vera domanda. Ho letto molte recensioni di film come Super 8, in cui le critiche sono tutte attorno al fatto che il film non è un fantascientifico classico, non è un racconto preadolescenziale alla E.T., non è un horror ma è un mescolone di tutte queste cose insieme. Si dicono cose del tipo: ma la creatività di genere ha davvero toccato il fondo al punto da dover prevaricare le barriere dei vari generi e crearne di nuovi che sanno di vecchio ma solo mischiato e shecherato un po’? Ecco, io con questo genere di critiche sono perfettamente in disaccordo.

Ora, ci sono casi e casi ma non serve aver letto la Critica della Ragion Pura per capire che un a-priori non deve essere tale in quanto avulso da contaminazioni. Si vi sto supercazzulando e si Cieli di Fuoco, Giorni di Buio è abbastanza una mescolanza di generi. Tutto questo per dirvi che ci prendiamo troppo sul serio, o molti di noi lo fanno, quanto meno ed il mio discorso comunque va a parare da qualche parte, non preoccupatevi. Temo semplicemente che molta gente si improvvisi “critico letterario” o cinematografico semplicemente perché ha letto un po’ di cose e crede che la scuola si faccia sui libri e basta. Si fa sperimentando signori miei e non ci sono scuse quando un lavoro piace, punto.

Cieli di Fuoco, Giorni di Buio mi è piaciuto molto, il giudizio complessivo dopo che l’ho lasciato sedimentare dentro me per qualche mese è molto positivo. Dovevo pensarci su e ragionarlo, rileggerne alcuni passi. Ecco, non è che stiamo parlando della nuova Divina Commedia ma sto semplicemente preparando il terreno per chi storcerà il naso al minestrone di temi trattati. Perché bisogna preoccuparsi di cose del genere? Se un lavoro è fatto bene godetevelo santo Iddio e non state lì a fare ragionamenti ultra tecnici come quelli che vedo fare su film tutto sommato piacevoli come, appunto, Super 8.

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Veniamo a noi. Cieli di Fuoco, Giorni di Buio è ambientato in un mondo fantasy quasi-classico ma molto più brutale e drammatico, in cui le cose cominciano ad andare veramente male dopo la morte degli Dei. Non starò a raccontarvi la trama, ma ci sono immonde creature da ammazzare, gli Esseri, che vi chiederete da dove spuntano per tutta la lettura del libro. Ci sono eroi non proprio canonici, turbati nel midollo da dubbi e manie, ci sono amori non proprio rettilinei e pensieri che continuano a graffiarci cuore e cervello. Le scene sono spesso horror in modo crudo, non dico splatter ma quasi. Eppure l’epicità che si respira è palese e tipica di ambientazioni molto più fantasy.

Ci sono i Nani, non ci sono per fortuna gli Elfi, ma anche quelli sono molto particolari. Di nanico hanno quasi solo nome e barba, sono esseri disgustosi spesso affetti dallo Scioglimento (malattia che li corrode dall’interno facendoli, beh… sciogliere). A livello di ambientazione, insomma, sembra esserci anche troppo (compreso un finale che non t’aspetti e che cambia di nuovo genere). Ma non è così, andate tranquilli. In realtà tutto si mescola nel modo in cui dovrebbe, la storia è quella e l’ambientazione  è semplicemente giusta così com’è.

Per quanto riguarda la narrazione e gli eventi, la storia l’ho trovata avvincente e ben narrata. Il libro ti invoglia a continuare a leggerlo, non ti fermi facilmente. Il colpo di scena è dietro l’angolo e c’è un ottimo alternarsi di scene in cui diresti che tutto è inevitabile ed invece se ne esce. Ed altre in cui aspetti che succeda e invece, crudelmente, le cose scivolano come acqua in un lavandino verso un tragico epilogo. Ed oltre, verso la sofferenza vera, dove non c’è via di scampo, solo pianto e disperazione. Ma tutto questo non lo trasmetti solo raccontandolo, ci riesci se hai scritto qualcosa che abbia un valore, qualcosa di scritto bene.

Ecco, a questo proposito io ho letto non moltissimi libri italici, devo ammetterlo. Quasi sempre, la roba autoprodotta come questo libro mi ha fatto ribrezzo se non addirittura fatto venir voglia di bruciare l’opera. Cosa che con i libri non si fa mai. Ne ricordo ancora uno terrificante che non menzionerò perché potrei solo buttarne giù veleno, sembrava un horror e finiva per essere un polpettone cattolico devastante. Che tristezza e come era scritto male. Nelle autoproduzioni trovi spesso gente che si improvvisa e ti racconta quel che vuole senza averne le capacità. Quindi ero partito ben prevenuto.

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Mi è sembrato di trovarmi di fronte ad un libro comprato in libreria, devo dire la verità. L’editing sarebbe servito, questo va detto: qualche errore di battitura e persino grammaticale qua e là ma si tratta, in fondo, di cose abbastanza rare. Poi è anche uscita una seconda edizione riveduta e corretta, ormai. La sensazione che fosse un’opera rustica tornava solo quando sbattevo il grugno contro un “gli” usato per una ragazza al posto del “le”, per dirne una. Ma il feeling e la narrazione sono sopra le righe ragazzi, davvero ben scritte almeno secondo me. Che, ribadisco, non sono un editor né uno scrittore professionista. Vi passo solo le mie sensazioni e sfido che sarebbero anche quelle di molti di voi.

Di contro va detto che non ho mai capito tutta questa necessità di fare ambientazioni fantasy con roba che si chiama in un modo ed è tutt’altro. Come i Nani, in questo caso. Conoscevo uno che aveva fatto un gioco in cui i Druidi erano una specie diversa dagli uomini. Ma buon Dio, perché fai così ragazzo? Vieni qua che ti faccio sedere sulla mia motosega a leggere del sano fantasy tradizionale così capisci che cavolo sono i Druidi… ecco, quella è una spinta che non ho mai capito ma son discorsi da Nerd. Così come non ho apprezzato il twist di genere (non vi dico quale) che c’è stato verso la fine. Fa tanto alcune opere recenti come Infinity Blade, per chi lo conosce e devo dire che il sospetto mi era pure venuto.

Lo scontro finale è per certi versi telefonato, ma non si può avere tutto dalla vita e poi chi l’ha detto che doveva esserci il sorpresone? Magari secondo Maurizio doveva, ma invece no. E allora? Il libro mi è piaciuto molto ed è ben narrato, tiene incollati al libro, davvero. Fa anche paura, di tanto in tanto, e trasmette sicuramente la disperazione del protagonista e di chi gli sta attorno. Ed è questo quel che doveva fare. Quindi, soprattutto considerando che non c’è stato un lavoro di editing ed è un’autoproduzione, io non penso proprio che meriti meno di un 8 su 10.

Potete trovare il libro qui in digitale, cartaceo, una versione dimostrativa la prendete da qua, secondo me ne vale la pena!

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Cieli di Fuoco, Giorni di Buio: la Recensione di GDR Italia
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