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Hunger Games Logo

Molti lo denigrano perché è “di moda”. Molti lo denigrano perché “è come Twilight ma ambientato altrove” (se la pensate così o non avete letto Twilight, o non avete letto gli Hunger Games o c’è qualcosa di strano). Molti semplicemente pensano che sia basato sul rapporto di coppia tra adolescenti e basta.
Errore, errore e ancora errore.
Non c’è da negare che ci sia un triangolo amoroso. Che poi, “triangolo”, e di più non dirò per non spoilerare perché davvero, in questo caso, NON devo farlo. Il punto è che nella complessità dell’ambientazione cyberfuturistica di Hunger Games non è sicuramente sul triangolo amoroso che la storia si avvolge. Si, è un espediente per il triggering di una serie di situazioni, ma la critica sociale e quello che potrebbe essere un occhio sconvolgentemente previsorio per quello che accade quando il potere viene esercitato da persone che si occupano esclusivamente di moda, abiti e sono coperte di ricchezza senza pensare alle necessità del resto del mondo attorno a loro e non si preoccupano da dove viene ciò che rende la loro vita bella e facile, beh, queste sono tematiche che di sicuro rendono questi romanzi (perché io parlo dei romanzi, i film non li ho ancora visti) una lettura affascinante.

Leggerli e immaginare di giocarci dentro è tutt’uno.
Veniamo ad una leggera sinossi

CHE COSA SUCCEDE
[spoilers praticamente inesistenti sulla trama]

Hunger Games Arena

Schema dell’Arena dei primi Hunger Games, con zone di pericolo inserito artificialmente dai Game Makers

Per evitare di darvi un giusto motivo per lapidarmi, rimarrò sulle caratteristiche più generali dell’ambientazione.
Mondo devastato da cataclisma di cui non si parla e che a nessuno interessa, in Nord America la città principale, Panem (che sembra un nome idiota finchè non vi spiegano il perché si chiami così e ci rimanete male), è formata da una enorme città centrale dove risiede il Presidente, apparentemente l’unico potere esistente, e si chiama the Capitol, e da tredici distretti disposti a cerchio attorno ad essa che producono, a settori, tutto il necessario per la sopravvivenza della capitale. C’è il distretto agricolo, il distretto tecnologico, uno interamente sotterraneo che sembra un film di Kubrick dei tempi dell’LSD andata a male, quello che si occupa dell’estrazione mineraria di carbone, eccetera eccetera eccetera. Una volta, nella storia di Panem, questi tredici distretti, ovviamente molto più poveri della Capitol e mantenuti sotto uno stretto e rigido controllo socioeconomico e militare, si ribellano capeggiati dal tredicesimo. Come in ogni buona storia che si rispetti, i buoni perdono e il potere oppressivo disintegra qualunque cosa sull’intera superficie del tredicesimo distretto. Inoltre, da quel giorno, per ricordare ai restanti dodici distretti che devono stare giù con la testa, ogni anno vengono estratti a sorte due ragazzini tra i 12 e i 18 anni, un maschio e una femmina, i Tributi. Questo gruppo di ventiquattro disgraziati portati nella capitale e vengono trattati come protagonisti di un reality, messi in costumi sgargianti, intervistati, valutati per le loro abilità e infine gettati in un’arena a tema variabile (un anno un deserto, un anno una foresta, un anno un’isola con un’enorme distesa d’acqua etc.) dove devono ammazzarsi a vicenda finchè non ne resta solo uno, il tutto condito da interventi dei Game Makers se il gioco diventa noioso. Questi personaggi che monitorano l’arena possono decidere di intervenire per modificarne l’ambientazione e mettere alle strette i giovani Tributi. Ad esempio prosciugando l’acqua potabile, scatenando tempeste, tutto pur di movimentare il gioco e spingere i Tributi ad ammazzarsi. Il tutto ripreso 24/7 da delle telecamere che trasmettono per tutta Panem, in modo che i distretti si ricordino che ribellarsi vuol dire che i loro ragazzi vengono sottoposti a cose molto crudeli.

Sala dei Game Makers

Sala dove i Game Makers controllano e modificano l’arena ei Games

I dettagli che lascio fuori sono migliaia, sia perché non voglio rovinarvi la lettura, sia perché basilarmente per una campagna è grossomodo tutto quello che vi serve di sapere. Certo, io consiglio la lettura di libri soprattutto per questi dettagli. Ad esempio, la Capitale è nota per l’ingegneria genetica con cui crea delle orrende bestie mutanti assassine, come i trackerjackers, delle vespe dal pungiglione enormemente velenoso che memorizzano l’odore di qualunque creatura disturbi il loro nido e la inseguono finchè non l’hanno uccisa. In alcuni Distretti, anche se in teoria non sarebbe permesso, alcuni ragazzi si allenano tutta la vita per gli Hunger Games e si offrono volontari al posto di quelli che vengono estratti per andare a vincere, come se fosse una gara gladiatoria, essendo già delle macchine per uccidere a dodici anni.

Tanti piccoli spunti che sono ottimi sia per master che vogliono movimentare una campagna cittadina di qualche tipo, sia per la creazione di eventuali particolari personaggi, anche nel mondo di brillantini che circonda gli Hunger Games come fenomeno mediatico. Potrei spingermi a spoilerare una cosa, che peraltro è chiara da pagina 1 e dal titolo italiano splendidamente studiato per evitare spoilers “Il canto della rivolta” che ci sarà, ad un certo punto, una nuova rivolta dei distretti, questa volta gestita anche dal punto di vista dei media e della propaganda.
Diciamo che gli spunti sono tanti. Dalla campagna molto sociale, alla campagna enormemente politica, o anche semplicemente a prendere l’ambientazione e “giocarci di fianco”, magari come personaggi che vogliono rendere gli Hunger Games ancora più crudeli o lavorare per eliminarli o approfittare del giro economico che creano, oppure arrivare a comandare un distretto, fare carriera sociopolitica nella capitale, diventare un gruppo terroristico a parte e provare a rovesciare a modo proprio il governo oppure calarsi nelle braghe di chi il governo deve mantenerlo quando scoppia una rivolta. Ambientarlo in tutt’altro momento, prima degli Hunger Games o dopo.

Questa particolare distopia si presta a moltissime storie parallele, precedenti e successive, e per quanto le discussioni possono cominciare se considerarla un postatomico, un fantascientifico o un cyberpunk, io largamente propendo per quest’ultima ipotesi. Non ci saranno supertecnologie immediate (abbiamo ancora il carbone, si) ma la tecnologia è comunque superiore ed avanzata ma senza quella laccatura di Sci-Fi a cui siamo abituati nel genere. La presenza di un’industria genetica particolarmente sviluppata strizza l’occhio al potenziale cyberpunk, e ci sono palesi richiami a micro innesti e chirurgia biofashion (a un certo punto compare una donna biofashionata come una tigre con tanto di chip vocale).

Pertanto, i ruleset da me (con l’aiuto di altra gente molto competente) selezionati per questa ambientazione sono abbastanza sul tema:

Capitol City

Una vista di Capitol City che vi convincerà della bontà della mia sensazione cyberpunk

Cyberpunk 2020 (e successive): non è detto che l’ambientazione non possa risentire dell’inserimento di stilemi più tipici del Cyberpunk, come gli innesti meccanici, ma se portiamo in primo piano le megacorporazioni che di sicuro, anche se non menzionate chiaramente nella narrazione del romanzo, sono alla base degli Hunger Games come prodotto mediatico di controllo delle masse, secondo me i vostri sensi di ragno cominciano già a pizzicare. Per un grande classico per il quale si finisce, bene o male, a sbattere sempre sulle solite trame, direi che gli Hunger Games possono essere una cornice deliziosa per trame all’ordine della depravazione cybernetica che tutti noi abbiamo imparato ad amare nel titolo.

Ex Machina: perché ogni tanto ci dobbiamo ricordare che Cyberpunk 2020 non è l’unico ruleset cyberpunk sul mercato, a parte proporre un regolamento decisamente interessante e, a mio avviso, leggermente più snello, con il sistema a tre statistiche e a punti che lascia meno spazio all’infinito tiro di dado della scheda e più spazio al lento calarsi in un mondo oscuro e cupo dove a nessuno gliene fotte niente degli altri. I meriti di Ex Machina nella rivoluzione dei gdr “light” sono indubbi e andrebbero riconosciuti. A maggior ragione a fronte di un’ambientazione a suo modo complessa come quella di Hunger Games.

SLA Industries: considerato Cyberpunk perché il mondo è gestito da un’immensa megacorp ma finendo, quando poi si gioca, a camminare nelle budella verso un genere più horror / noir, si presta bene se trasliamo le SLA Industries nella Capitale, e da lì procediamo a dare qualche modifica all’ambientazione di gioco base per ottenere un setting che con la società di Panem ha decisamente molto a che fare. Se c’è la leggera limitazione di trovarsi ad interpretare personale del governo Presidenziale, c’è sempre da dire che il Master regna e che può anche decidere di concedere personaggi esterni, l’importante è a) divertirsi b) godersi un ruleset ogni tanto diverso che ha a sua volta svariati punti di vantaggio su altri.

Rogue Trader – Mi rendo conto che sia un long shot, visto che il mondo di Warhammer è così precisamente vincolato da un ruleset e da un’ambientazione di ferro. Ma pensando in particolare alle potenzialità dei viaggi spaziali di Rogue Trader, l’idea dell’esistenza di un Pianeta con un sistema di funzionamento simile a quello di Hunger Games apre le porte ad una buona avventura spaziale per una ciurma navigata ed esperta, con tutte le potenzialità che il regolamento consente aggiunte all’idea dello “scontro tecnologico” tra i Traders e gli occupanti del pianeta. A questo punto diventa davvero un’ambientazione esterna con tutti i crismi, e la libertà dei personaggi diventa infinita, tra cercare di intervenire sulla situazione o cercare di favorire la nascita di un altro sistema più illuminato al Dio Imperatore, questo sta ai vostri Seneschal e Cappellani.

A proposito dell'autore

Sangue irlandese, testa da elfa, carattere da mago. Gioca a gdr cartaceo dalla tenera età di 12 anni e critica pesantemente qualunque videogioco fantasy non le fornisca la possibilità di creare il personaggio che le pare. .:: Etichetta vuole che il colpo di grazia si dia sempre con la palla di fuoco ::.

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