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Lunedì 10 marzo è stata messa online la tanto attesa prima puntata di LARPs, la nuova webseries canadese che, come anticipato da Mondo Larp in questo articolo, racconta le avventure (in personaggio e fuori personaggio) di un gruppo di larper di Montréal. Nel corso di questa settimana al primo episodio ne sono stati aggiunti altri, per un totale di 5 puntate che potete guardarvi direttamente su questa pagina (oltre che sul canale YouTube dedicato alla webseries). Sono disponibili i sottotitoli inglesi, che aiutano molto la comprensione.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=JQg3ugdtQDs[/youtube]

Che si può dire di LARPs dopo la visione di questi primi episodi? Be’, gli attori sono in gamba (bravo soprattutto Jonathan Silver nella parte di Arthur e del suo alter ego Noctus), la regia di Julian Stamboulieh non è affatto male (anzi, a tratti è più che buona), i costumi fantasy (forniti dal negozio locale Les Artisans d’Azure, sponsor della webseries) sono molto belli, neanche la fotografia di Joe Baron (tallone d’Achille di tante webseries) lascia troppo a desiderare, perfino la sigla (Days Into Night degli Sweet Mother Logic) è carina e molto orecchiabile. Tutto sommato potremmo fare i complimenti al produttore Benjamin Warner e dire che LARPs è all’altezza delle aspettative, piuttosto alte, che aveva suscitato con il suo trailer (in realtà un vero e proprio episodio pilota), se non fosse per un piccolo particolare: la sceneggiatura.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=8fCHRMdsETY[/youtube]

Infatti proprio la sceneggiatura, l’aspetto che in tante webseries compensa, grazie alla creatività degli autori, i frequenti difetti in altri settori dovuti ai budget limitati, in LARPs è irrimediabilmente carente. Per cominciare la serie vorrebbe essere comica, ma le gag (se si vuole avere il coraggio di chiamarle gag) non strappano mai neanche un mezzo sorriso. Poi vorrebbe divertire mentre presenta il mondo del larp al grande pubblico (in maniera simile da quanto fatto con i MMORPG da The Guild), ma il gioco raffigurato appare incomprensibile non solo ai non-larper, ma anche ai larper europei, perplessi davanti alla rappresentazione di una “campagna larp” che appare più che altro come una campagna tabletop giocata in costume tirando ogni tanto qualche freccia all’onnipresente master (che interpreta tutti i PNG).

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=ccKKZ1pPdL8[/youtube]

Il problema di LARPs è che, a differenza di The Guild e nonostante i proclami della vigilia, non è affatto una serie su un gruppo di persone riunite dalla passione per il gioco. È piuttosto una serie che troppo spesso, anzi, quasi sempre cerca di far ridere ironizzando sui “cattivi giocatori di larp”, in maniera simile a quanto fa Il DM degli Anelli con i “cattivi giocatori di tabletop”. Questo potrebbe perlomeno portarla a diventare popolare tra i larper… se solo facesse ridere almeno un po’. Invece nulla, zero. Vuoto totale. Tristezza e serietà. In una serie comica.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=VbqDXfHzHhw[/youtube]

Anche il lodevole tentativo di far partire una specie di storia d’amore tra due giocatori (che naturalmente iniziano una relazione dopo che è scoppiata la passione tra i loro personaggi, come nel più trito e ritrito luogo comune sui roleplayer che non sanno distinguere la finzione dalla realtà) si spegne nella banalità, anzi, nella nullità delle soluzioni di sceneggiatura escogitate da Jon Verrall, che oltre a essere l’autore della serie interpreta anche Evan, l’onnipresente master di cui si diceva più sopra: una semplicistica caricatura del master con idee meravigliose (in realtà piuttosto banali) rovinate dall’idiozia dei suoi giocatori.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=OHqusS6eGEo[/youtube]

Come si diceva, il larp raffigurato dalla serie non ha nulla a che vedere con il larp europeo, e nonostante le leggende sulla bruttezza del larp nordamericano non voglio credere che sia veramente uno schifo come quello mostrato dalla serie. L’impressione che ne ho ricavato è piuttosto che Verrall non capisca molto di larp, o perlomeno di larp fantasy (e in effetti leggendo l’intervista di Ivan Žalac a questo link si scopre che lo sceneggiatore ha esperienza soprattutto come master di eventi live tratti dai giochi White Wolf, cui apparentemente partecipavano anche alcuni degli attori). Ma anche questo gli sarebbe perdonato, se solo quello che scrive facesse ridere. E invece niente. Zero assoluto. Un vero peccato, un’occasione sprecata… e purtroppo il The Guild del larp è ancora di là da venire.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=9j9HQynhjfE[/youtube]

A proposito dell'autore

Andrea Castellani, organizzatore di eventi di gioco di ruolo dal vivo dal 2002, ha presieduto nel corso degli anni alcune associazioni ludiche, ha co-fondato il convegno annuale Larp Symposium e ha curato l’edizione dei libri a esso collegati. Ha creato più di venti live ed è stato coinvolto nell’organizzazione o nella scrittura degli scenari di decine di altri.

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