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Articolo di Chiara Tirabasso

Benvenuti nella Milano del ’74, dove tra una strage e una manifestazione in piazza, sotto il tiro dei giornali e della televisione, una squadra speciale e un pugno di malavitosi si contenderanno la città in uno scontro che è ormai una faccenda personale!

Milanosincazza06Domenica 10 novembre scorso, naturalmente a Milano, si è tenuto Milano s’incazza!, un larp di genere poliziottesco, ovvero ispirato ai film polizieschi all’italiana in voga fra gli anni Settanta e i primissimi anni Ottanta, violenti e politicamente scorrettissimi.

Una precedente messa in scena dell’evento, scritto e organizzato dagli Storytellers, è stata presentata al Larp Symposium 2013 dagli autori, che poi, in seguito al grande interesse suscitato, hanno prodotto questa replica. I giocatori si sono spostati da Torino, da Bologna e persino da Pescara pur di partecipare alle sei ore del larp. Come le premesse avevano suggerito, ne è valsa la pena!

Milanosincazza03Milano s’incazza! è un evento autoconclusivo per circa 10-12 giocatori divisi in due “squadre”: il commissariato e i criminali. Il regolamento è davvero essenziale e si riduce principalmente al buonsenso dei partecipanti, accompagnato da “una manciata di convenzioni” (su come giocare le sparatorie, le ferite, la morte del personaggio ecc.) che sono state inviate ai partecipanti in anticipo, insieme al personaggio scritto e assegnato dallo staff.

Il larp ha un taglio cinematografico e si divide in 3 o 4 “capitoli” di circa un’ora e mezza ciascuno, ambientati anche a ore o a giorni di distanza l’uno dall’altro. I capitoli sono introdotti e conclusi da un tema musicale, che scandisce l’ingresso in gioco, e circostanziati da una breve introduzione scritta, personale o di gruppo, che aggiorna i partecipanti su ciò che è successo durante la “dissolvenza” tra un capitolo e l’altro.

Milanosincazza04Le due squadre, poliziotti e criminali, hanno ciascuna un ambiente di gioco dedicato in cui trascorrono la maggior parte del tempo: rispettivamente il Commissariato e il Covo, entrambi magnificamente arredati fin nei dettagli più minuti, dalle macchine da scrivere ai giornaletti osé d’epoca.

I poliziotti e i criminali quindi giocano separatamente per la gran parte dell’evento, interagendo poco di persona, sebbene le azioni degli uni influenzino la storia degli altri e viceversa. Ci sono, naturalmente, anche momenti e in taluni casi intere scene in cui i personaggi delle due squadre si trovano nello stesso ambiente: i criminali vengono interrogati in Commissariato, un poliziotto corrotto va al Covo e simili.

Milanosincazza05Sebbene il gioco si svolga esclusivamente in un paio di stanze per ciascun gruppo, un telefono funzionante permette a ciascuna squadra di interagire con il mondo circostante e di influenzarlo. All’altro capo del telefono risponde infatti l’ottima regia, nei panni dell’appuntato Gargiulo, factotum del commissariato, o dello Smilzo, il galoppino dei malavitosi, a cui i partecipanti possono chiedere informazioni, ma anche ordinare vere proprie azioni: “Manda una volante in via Ferrari a sorvegliare l’appartamento di Francesco Colombo!”. Ma i personaggi ricevono anche telefonate inaspettate, come l’avvocato che chiama allarmato i criminali o il medico legale che chiarisce i risultati dell’autopsia in seguito alle sollecitazioni del commissario.

Milanosincazza01I personaggi sono ben scritti, la storia è intrigante, coinvolgente e con diversi colpi di scena che, almeno nel caso della squadra di poliziotti, ha contribuito a rendere davvero l’atmosfera dei migliori polizieschi (e poliziotteschi).

Giocando uno sbirro ho sentito molto l’impotenza nei confronti della criminalità, ricca, organizzata, violenta e senza regole, mentre le forze dell’ordine erano bistrattate dai giornalisti perché inefficaci o troppo violente, frustrate dalle procedure, dalla linea di comando e dalla povertà di mezzi.

Anche i pochi personaggi non giocanti sono stati ben caratterizzati e ottimamente interpretati dagli organizzatori. Ogni membro dello staff impersona infatti un paio di personaggi diversi, distinguibili dal costume curatissimo, più le eventuali voci telefoniche già descritte.

Milanosincazza11La formula del live “a stanze” è interessante, funzionale ed esportabile anche a numeri più grandi; permette di giocare scenari urbani o moderni con un’estetica perfetta e riunendo luoghi che in gioco sono molto lontani nella stessa location fuori gioco. Il larp si è svolto infatti in un unico stabile, in cui al pian terreno c’era il covo dei malavitosi e al primo piano gli uffici del commissariato; sul finale si è poi aggiunto un terzo ambiente “a sorpresa”, che non svelo per non spoilerare nulla della storia.

La logistica dell’evento è stata impeccabile, anche grazie al numero ristretto dei partecipanti. Il materiale di gioco è arrivato a ciascun giocatore via mail con largo anticipo, inoltre un collage di foto segnaletiche pubblicate anch’esse settimane prima dell’evento rendevano subito chiaro ai partecipanti “chi era chi”. L’organizzazione ha poi messo a disposizione armi da fuoco giocattolo da noleggiare e un ricco e gustoso buffet a cui servirsi prima, durante (nelle pause tra gli episodi) e dopo il gioco.

Milanosincazza10In conclusione, l’evento è stato davvero riuscito e apprezzato da tutti i partecipanti. Ma un paio di critiche, già discusse con gli autori, sono d’obbligo.

Il primo difetto è stata la scarsa interazione che la gran parte dei personaggi ha avuto con l’altra squadra di gioco: al punto che gli interessanti spunti di background tra poliziotti e criminali sono stati pressoché ingiocabili e ingiocati per mancanza di opportunità. Un paio di occasioni aggiuntive di incontro tra poliziotti e criminali avrebbe reso più ricco e vario l’evento.

Ho inoltre percepito una certa stanchezza alla fine dei capitoli, che a mio avviso potrebbero essere abbreviati per lasciare spazio a uno o due capitoli in più.

Milanosincazza12Milano s’incazza! è stato un gran bell’evento: immersivo, d’atmosfera, violento, scorretto, cattivo, amaro, un larp che ha rispettato tutti gli stilemi di un genere cinematografico molto conosciuto senza risultare stucchevole o scontato a livello narrativo.

Bravi Storytellers, cui a nome di sbirri e criminali rivolgo un appello: organizzate più spesso!

Chiara Tirabasso

L’autrice di questo articolo

Marchigiana di nascita, torinese d’adozione, Chiara Tirabasso è giocatrice e organizzatrice di larp dal 1999. Sceneggiatrice e regista di eventi larp formativi per aziende e di eventi di promozione cinematografica organizzati da un’agenzia romana, si ritrova ormai da anni a lavorare a stretto contatto con gli amatissimi libri, moderni e antichi. Ha organizzato e curato l’ambientazione e la campagna di GRVItalia dal 2000 al 2004. Nel 2006 ha fondato Terre Spezzate, occupandosi di scrittura dell’ambientazione, organizzazione degli eventi e sceneggiatura della campagna. Ha un debole per i costumi storici e teatrali, le serie TV, la fantascienza e Neil Gaiman.

A proposito dell'autore

Andrea Castellani, organizzatore di eventi di gioco di ruolo dal vivo dal 2002, ha presieduto nel corso degli anni alcune associazioni ludiche, ha co-fondato il convegno annuale Larp Symposium e ha curato l’edizione dei libri a esso collegati. Ha creato più di venti live ed è stato coinvolto nell’organizzazione o nella scrittura degli scenari di decine di altri.

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