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Meglio avvisare i nostri lettori: il post di oggi è interessante per tutti i giocatori (e non solo di ruolo), ma fondamentale per il settore ludico, e per chi di giochi vive, in Italia.
Parliamo di informazioni, di conoscenza e di come tenere in piedi un mercato, parliamo di come il ricambio generazionale, la comunicazione e via dicendo. Un po’ tutto quello che abbiamo imparato, con gli anni, manca sia al settore ludico in Italia, ma soprattutto al Gioco di Ruolo.
Parliamo de “l’Italia che Gioca”: una iniziativa di GdRItalia lanciata nel febbraio di quest’anno.

Come sapete, la community di GdRItalia si è per lunghi anni sviluppata sui forum. Ci è capitato più volte di affrontare le problematiche legate alla pubblicazione e produzione di manuali; abbiamo scoperto con i nostri Contest “nuove leve” tra gli autori di GdR; abbiamo collaborato per qualche tempo con gli editori per recensire i nuovi manuali e altre iniziative. Eppure, nonostante tutto, una coltre funerea di dilettantismo, pessimismo e povertà ha sempre aleggiato sul nostro hobby.
Possibile? Davvero non c’é niente da fare, per gli appassionati di giochi, che rassegnarsi a diventare sempre meno, sempre più vecchi, fino a sparire? Possibile che nonostante Lucca Comics and Games, nonostante le centinaia di siti e di associazioni, siamo così pochi, una minoranza praticamente trascurabile?

Noi non lo crediamo: non lo abbiamo mai creduto, ma finora era impossibile provarlo. Per questo abbiamo deciso di mettere in piedi il censimento dei giocatori italiani, con l’Italia che Gioca. Ma oggi non vogliamo parlare del progetto in sé, ma dei primi risultati (che potete visualizzare a questo link), e delle conclusioni che se ne possono trarre.

Una bugia ripetuta mille volte diventa verità

L’evoluzione della tecnologia permette grandi passi in avanti. Fino a pochi anni fa, sarebbe stato impossibile raccogliere tanti dati sulle abitudini e sulle preferenze dei giocatori italiani senza enormi investimenti di tempo, risorse e denaro. Eppure nel settore ludico ci si muove in gran parte ancora a tentoni, brancolando nel buio e custodendo gelosamente le poche, frammentarie informazioni che ognuno possiede. E dire che siamo ormai nell’era degli open data! Vorremmo invertire la tendenza, e per farlo è il caso di sfatare qualche mito (molti altri ne restano ma con il vostro aiuto potremo finalmente sgombrare il campo da miti e leggende sui giocatori).

  • I giocatori non spendono! Ce lo hanno detto un sacco di volte… sapete quanto spendono in media i giocatori? Solo un quarto di loro spende meno di dieci euro al mese. Quasi i due terzi spende tra i 10 e i 50 euro al mese. Certo, non saranno tutti spesi proprio nei Giochi di Ruolo, ma onestamente chi di voi gioca solo ai GdR al giorno d’oggi? E non dimentichiamoci di quella minoranza, di un giocatore su otto che spende più di 50 euro, tutti i mesi, per il suo hobby!
  • In Italia vende solo il fantasy! Bè, non si direbbe proprio a guardare i dati. Certo, il fantasy è il genere più popolare… ma di poco. Il genere futuristico, horror e addirittura l’ucronia sono assai vicini come popolarità. Eppure le produzioni mainstream si concentrano sul fantasy, perché è il fantasy che vende di più… una profezia che si auto-avvera?
  • Le donne non giocano! Davvero? Eppure più di un quarto dei fan di GdRItalia su Facebook sono donne; eppure al sondaggio un quinto delle risposte arrivano da ragazze… certo, sono una minoranza, ma una minoranza non trascurabile! In più, se pensiamo a come il gioco è nato, simulando battaglie su un tavolo; a come è sempre stato diffuso, con un approccio muscolar-adolescenziale (almeno nei giochi mainstream), scopriamo che le ragazze che giocano sono dannatamente agguerrite!

E chissà quante altre cose che si credono comunemente sono false! Aiutateci a sfatare i miti e a ridare respiro e dignità al gioco in Italia: partecipate al sondaggio! Richiede un poco d’impegno, ma vi si chiede solo di parlare di giochi, e facendolo potete dare davvero una mano a diffondere i nostri hobby.

I primi risultati sono aperti a tutti (potete scaricarli qui a fianco): ne vorremmo discutere e riflettere con tutti. E parlando a tutti, vogliamo chiudere con una provocazione. Perché tocca a noi dire queste cose? Siamo felici di dare il nostro contributo, ma siamo solo un gruppo di appassionati: questo non è il nostro lavoro. Dove sono gli editori, i distributori, chi si guadagna da vivere con i giochi?

Non è più tempo di dormire, di vivacchiare, di sopravvivere. Il mondo sta cambiando in fretta, si aprono nuove opportunità ogni giorno per chiudersi, a volte, poco dopo (di molte vi abbiamo dato notizia negli anni: il Print on Demand, gli E-Book, Kickstarter, i Virtual Tabletop, tutto il mondo della applicazioni smartphone, il gioco in videoconferenza e i Google Hangouts… e molto altro arriverà): cosa vuole fare il gioco, e soprattutto il gioco italiano? Possiamo finalmente crescere? Vogliamo evolverci, o ci accontentiamo di una lenta estinzione?

Non sappiamo cosa ne pensate voi, ma noi crediamo che questo settore abbia ancora molto da dare, e che il tempo per fare qualche mossa stia finendo: saremo capaci di cogliere le opportunità?

Scarica i primi risultati della ricerca “L’Italia che Gioca”

Alla scoperta dell'Italia che Gioca
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