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In occasione dell’uscita di CARTOONER (Vas Quas Editrice), gioco ideato da Giovanni Micolucci e ispirato ai cartoni della nostra infanzia come Loney Toones e le serie di Hanna&Barbera, il primo pensiero che mi è venuto è al grande TOON, progenitore di tutta una serie di giochi dedicati ai cartoni e ai manga e da cui CARTOONER trae ispirazione, così mi sono detto “perchè non fare un confronto fra i due giochi?”… detto fatto. Copertina

Il primo aspetto che mi ha colpito è la creazione del personaggio, dizione non del tutto corretta nel caso di CARTOONER, infatti in questo i personaggi della storia fanno parte di un Cast e, come tali, vengono creati dal gruppo, e non da un singolo giocatore, in questo modo i personaggi divengono omogenei fra loro e sarà facile farli interagire, questo proprio perchè il concetto di base di CARTOONER è la coralità. Al contrario in TOON i personaggi vengono creati dal singolo giocatore, scegliendo una convinzione e un obiettivo e caratterizzandoli poi con abilità e “poteri”, sta poi al Narratore o meglio Regista, come viene chiamato in TOON,  farli interagire fra loro e con i PNG seguendo una Trama, cercando di creare situazioni divertenti, anche di conflitto fra gli stessi PG, con il rischio però che i personaggi possano essere totalmente diversi e con diversi scopi, creando così un gruppo disomogeneo e difficilmente gestibile. Passando poi al sistema di risoluzione delle azioni, ovvero il “core” o motore del gioco, si notano le differenze sostanziali, ma vediamo nel dettaglio.

In CARTOONER le caratteristiche sono legate al Giocatore, cosa significa? Significa che sceglierai una delle tre caratteristiche disponibili legate alle leggi della fisica dei cartoni animati: “ce l’ho” tutto quello che ti serve ce l’hai dietro le spalle, nello zaino o in uno stivale, “disegnalo” c’è un baratro lungo diecimila km, nessun problema lo posso disegnare,”illogica” con un solo balzo mi poggio sul suolo lunare, l’importante è non sapere che la cosa sarebbe leggermente impossibile! A questo punto il Disegnatore (il giocatore che ha in mano la narrazione in questo momento) narra cercando di sfruttare le caratteristiche per far ottenere al personaggio che sta interpretando l’obiettivo! Supponiamo che sia un cartone animato con un solo protagonista: “Jack il coniglio”, il cui scopo è quello di andare a prendere il Sole sulla luna!Il Disegnatore narra direttamente fino al suo obiettivo, sfruttando la legge fisica dei cartoni animati “Illogica” (se un cartone non sa che è impossibile quello che sta facendo, lo fa e basta!): «Devo raggiungere la Luna. Corro sulla montagna più alta del mondo, per avvicinarmi il più possibile alla Luna e poi balzarci sopra. Finalmente arrivato, ci stendo sopra un bell’asciugamano, infilo nella sabbia un piccolo ombrellone e mi sdraio a prendere la tintarella!». Mentre il Disegnatore descrive la scena e le azioni del protagonista da lui scelto gli altri giocatori devono intervenire per aggiungere delle varianti alla scena, a nessuno piacerebbe se Willy il Coyote riuscisse a prendere Beep Beep al primo colpo,  per gestire queste situazioni esiste la meccanica del “Conflitto”. Quando i giocatori interrompono il Disegnatore si crea un Conflitto, che può essere di due tipi: uno contro il mondo (o estetico) e uno fra i personaggi, seguendo l’esempio accennato in Personaggiprecedenza i giocatori potrebbero chiamare un Conflitto Estetico, modificando la descrizione del Disegnatore:  “Quando infili il palo dell’ombrellone sulla Luna, quest’ultima si sgonfia”. Per , decidere se la variante dei giocatori viene inserita o ignorata si esegue un semplice lancio di dadi, modificata dalla caratteristica del Disegnatore se attinente alla scena, sempre seguendo l’esempio di prima, non avendo il Disegnatore come caratteristica speciale “Illogica” (se avesse avuto la caratteristica come speciale, avrebbe avuto un bonus nell’esecuzione della prova), il Disegnatore avrà successo nel caso, lanciando 2D6, il risultato sia maggiore di 8 e facendo quindi passerà la sua narrazione (ora non più modificabile). Nel caso in cui ci sia un fallimento, ogni altro giocatore che è seduto al tavolo darà una sua variante dei fatti (ovviamente esclusi il Disegnatore e chi aveva già dato una variante), esempio un altro giocatore da la seguente variante: “Quando infili il palo dell’ombrellone sulla luna, tocchi un razzo inesploso e scoppi con tutta la Luna”, a questo punto il Disegnatore avrà il compito di scegliere la variante che più gli piace. Il Disegnatore corrente può continuare a parlare o lasciare che un altro il giocatore prenda in mano la Carota (ebbene si il giocatore che interpreta il disegnatore per essere sempre ben riconoscibile ha in mano una carota), in questo modo continua il gioco fino a quando non si conclude l’episodio. Il gioco prevede ulteriori meccaniche per rendere l’esperienza di gioco interattiva, in modo da rompere la barriera che esiste tra Narratore e PG, tipica dei giochi classici, e rendere la seduta di gioco sempre più simile al brain storming degli autori di cartoni animati, infatti l’idea di fondo è di creare un cartone animato e poterlo  “rivedere” alla fine della seduta facendosi delle grasse risate.

Nel caso di TOON, invece, il sistema di gioco molto semplice si basa su confronti tra un tiro di 2D6 e l’abilità, con il metodo del tira sotto, un sistema semplice e funzionale che però lascia alla fortuna la riuscita delle azioni, in questo modo anche le migliori trovate comiche potrebbero essere rovinata da un  banale tiro, infatti non vi sono metodi per “cambiare” il tiro, meccanica questa introdotta in molti giochi di nuova concezione, così il giocatore e spettatore “inerme” del fato, e anche se il risultato del fallimento potrebbe essere altresì comico, vedi Willy il coyote, nella maggior parte dei casi risulta frustrante, soprattutto se ci si scontra con PG o PNG dalle caratteristiche molto elevate (con una probabilità di successo elevatissima), che rendono virtualmente impossibile un contrasto efficace, ad esempio l’abilità “parlantina”, una sorta di Charme, potrebbe rendere fastidioso il gioco per chi la subisce senza poter replicare e costringe spesso l’intervento del Narratore.

…e come in tutte le migliori tradizioni dei cartoni animati… To be continued 

 

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