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Questo secondo capitolo di non solo GDR parte con una delle prime recensioni che potrete leggere sul film di Capitan Harlock, la cui uscita è prevista il primo gennaio.
Ovviamente per non rovinarvi la visione del film cercherò di evitare ogni spoiler o riferimento diretto alla trama, non vi metto neanche una sinossi, per non correre nessun rischio.

capitan-harlock-3d-poster-italianoRegia: Shinji Aramaki
Sceneggiatura: Harutoshi Fukui
Studio: Tohei Animation
Distribuzione: 1 gennaio 2014

 

Capitan Harlock è un’opera di computer grafica impressionante per gli standard giapponesi, con il suo budget superiore ai 30 milioni di dollari non ha nulla da invidiare alle produzioni hollywoodiane, anzi, forse per la cura dei dettagli è superiore a qualunque cosa abbia visto, al punto che di tanto in tanto si deve fare uno sforzo per ricordarsi che non è un film girato con attori veri.
La scena si apre su un bar di un insediamento periferico, richiama molto le atmosfere da far west e li hanno fatto di tutto per far vedere quali erano le potenzialità di quella grafica.
Inoltre è il primo film giapponese ad usare gli stessi strumenti delle produzioni animate americane, quindi non solo gli stessi software, ma anche il facial capture con attori veri per catturarne le espressioni del volto, lo stesso sistema che era stato usato ad esempio in avatar.
Nonostante questo non si sono dimenticati delle origini nell’anime, i richiami sono molti, le armi e gli equipaggiamenti sono stati disegnati proprio con lo scopo di ricordarlo, l’arcadia è una rivisitazione incattivita dell’arcadia originale, l’aderenza alle leggi della fisica nello spazio sono quelle tipiche degli anime: funzionali alla trama, non mancheranno esplosioni, fiamme, cadute, arrembaggi in stile piratesco verso le navi spaziali avversarie. Inutile dire che l’unico momento in vera assenza di gravità è durante un fanservice. Con mio enorme piacere non si è vista nessuna pretesa di realismo oltre a quella della qualità dell’animazione.

Una scena iniziale del film, l’arcadia sullo sfondo mostra un rapporto conflittuale con le norme anti inquinamento

D’altronde le battaglie navali da vero space opera non avrebbero mai potuto essere così spettacolari senza affidarsi alla sospensione d’incredulità, qua si nota tutta l’abilità di Aramaki come regista che già da appleseed sapeva come far sbavare lo spettatore.

Passiamo alla trama: innanzitutto non è una storia su Capitan Harlock, è una storia con Capitan Harlock; la trama si svolge tramite il punto di vista di Logan, l’ultimo acquisto dell’equipaggio dell’arcadia, Harlock quindi è un essere leggendario che per una parte del film resta una figura lontana e distaccata che osserva l’equipaggio dal suo ponte di comando, solo successivamente diventerà una figura di primo piano, anche se era già, ovviamente, centrale alle vite di tutti i personaggi.

Apprezzo la scelta di risolvere uno dei grandi dubbi della mia infanzia: come fa a bere senza bocca?

Un altra cosa che non piacerà ai fanatici dell’aderenza alla storia originale a tutti i costi è che la storia non ha nessuna collocazione non solo nella continuity dell’anime ma non appartiene nemmeno allo stesso universo. Una cosa comunque già vista nei tanti sequel alla serie originale scritti da Leiji Matsumoto, dove molte cose erano difficilmente collocabili nella storia originale.
Gli umani si sono sparsi in tutto l’universo e la terra è un luogo sacro ed inviolabile a cui non si può fare ritorno, quindi non un luogo da difendere ma da salvare. Harlock ricopre il ruolo di cupo antieroe che combatte contro forze preponderanti e con poche speranze di successo in una storia in cui è quasi impossibile vedere un lieto fine.

pubblicata-una-nuova-gallery-fotografica-di-capitan-harlock-3d-010

un assaggio delle battaglie spaziali

Personalmente ho apprezzato molto questa scelta di non fare ne una trasposizione cinematografica ne un reboot ma una vera rievocazione del personaggio, che è ancora aderente a se stesso ma è stato collocato in una nuova ambientazione, ha evitato facili confronti e rende apprezzabile il film come opera a se stante.

Concludo con una nota alla traduzione: mi va benissimo usare l’inglese per “dark matter”, “Gaia Coalition”, “Death-shadow” e tutti gli altri termini non tradotti, visto che erano in inglese anche nella versione in lingua originale, allora perchè mi avete tradotto “Niflung” in “Nibelunghi”? Vi sta antipatico il tedesco o volevate solo fare l’unico richiamo diretto all’anime di tutto il film?

Aggiungo il trailer del film:

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=WmCBOUSRndA[/youtube]

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