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TravelFanpage è ormai diventato per me una droga, al pari di molti altri siti di viaggi e fotografie panoramiche. Nelle immagini di distese desertiche, paludi, foreste e paesaggi mi ci perdo come un giocatore di ruolo su una mappa di un dungeon: esploro, immagino, ipotizzo…
Dopo l’isole remota, addirittura difficile da catturare in foto, veniamo ad un territorio per me più congeniale: quello di un posto ben fotografabile, ben visibile, c’è, esiste… ma è inesplorato! Parliamo delle vette del Bhutan e ovviamente del Regno stesso.

Il Bhutan

Uno dei monasteri che si ergono sui lati delle montagne in Bhutan.

Il Regno del Bhutan è una piccola regione posizionata lì, tra due altri fratelloni quali Cina e India. Situato all’estremità meridionale dell’Himalaya orientale, il regno dimostra un forte attaccamento alla propria cultura e sovranità, nonostante le infiltrazioni culturali notevoli. Pensate che ethnologue.com lista 24 lingue parlate nella piccolissima regione, senza contare i dialetti regionali: stiamo parlando di un totale di circa 38.000 chilometri (350km da est a ovest, 150km da nord a sud; considerate che la Lombardia è circa 24.000 chilometri).
La cosa interessante è la varietà delle altitudini: si va dai 100 metri ai 7,200 metri sopra il livello del mare, con una media che probabilmente si aggira attorno ai 3,300 metri. La popolazione stimata del 2014 è 754,951 e la densità è di 18 abitanti per chilometro quadrato. Ci sono circa venti distretti nel Bhutan divise in quattro regioni che si potrebbero anche chiamare cantoni, un po’ come quelli Svizzeri: est, ovest, nord e sud. Ogni popolazione regionale ha le sue tradizioni e le sue culture. La capitale del Bhutan è Thimphu, fornisce una sorta di contrasto tra modernità e tradizione, sia nell’architettura dei palazzi, sia nell’aspetto degli abitanti. Curiosamente, è una delle due città dell’Asia a non avere semafori: il traffico è regolamentato da agenti del traffico in uniforme blu.

Il Regno

Nel 2006 il Quarto Re del Bhutan, Re Jigme Singye Wangchuck, abdicò in favore di Re Jigme Khesar Namgyel Wangchuck. Nel 1998 la monarchia è però a tutti gli effetti Costituzionale, dopo il cambiamento rispetto alla Monarchia Assoluta; il re viene tuttora appellato come Druk Gyalpo (Re Drago). La costituzione fu però ratificata solo il 18 Luglio del 2008. Il giorno nazionale è la commemorazione di quanto il Primo Re Ereditario del Bhutan fu incoronato, ovvero il 17 Dicembre di ogni anno. In aggiunta, sottolineo che il regno fu reso indipendente nel 1907, ergo il Bhutan ha più di cento anni di storia indipendente.
La religione più diffusa è il Buddhismo, seguito dall’Induismo e con una minoranza di cristiani.
La lingua nazionale è il Dzongkha e la moneta è invece il Ngultrum, assieme alla Rupia Indiana.

Ambiente

Cartina topografica del Bhutan e dei dintorni.

Parliamo delle regioni naturali presenti nel Bhutan, finalmente. Come avrete notato, gran parte della superficie è compresa nella catena dell’Himalaya, che si estende a nord del Regno, a est e ad ovest. Soltanto a sud del Bhutan non vi sono monti, ma le distese pianeggianti iniziano comunque dopo il confine con l’India. Nel Bhutan sono diffusi i primati, con specie rare come il langur dorato, mentre l’animale nazionale, il takin, è una sottospecie di incontro tra capra e antilope. Molti altri animali feroci sono diffusi, specialmente nel sud, come tigri, orsi e leopardi (il clouded leopard).
Per quanto riguarda gli ambienti, circa il 70% del Regno è caratterizzato da foreste; la biodiversità è molto ricca a tal punto che il Bhutan è considerato una delle dieci aree Mondo caratterizzate dall’ambiente globale.
Le leggi del Bhutan in materia ecologica e di protezione del territorio riflettono il rispetto della popolazione per la natura, dovuto anche alla fede buddhista. Per questo esiste una legge che impone che le foreste coprano in futuro almeno il 60% del territorio regno (ogni anno vengono piantati numerosi alberi in sostituzione dei tagliati e vi sono pesanti leggi sul taglio di alberi senza avere i permessi necessari). Inoltre, ad alcune cime del Bhutan è stato proibito l’accesso totale. Nessuna scalata, nessuna esplorazione.

Spunti per campagna

Il Regno del Bhutan è un perfetto setting per avventure in stile Tomb Raider, esplorazioni e pericoli. L’ambiente incontaminato e l’attaccamento per le tradizioni locali permettono di costruire campagne addirittura ad episodio; la presenza anche di ambienti di diverso tipo, dalle foreste continentali a ridosso della frontiera indiana alle cime innevate, permetterà di impostare un buon ritmo sulla storia.
Eccovi quattro spunti diretti per campagna e il trailer del prossimo capitolo della saga di Lara Croft, Rise of the Tomb Raider.

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Sulle cime sacre inviolabili

Una spedizione di esploratori, botanici e archeologi arriva al confine meridionale del Bhutan e cerca di farsi strada verso le montagne prima di altri gruppi di scienziati. Forse il Bhutan ha fornito uno speciale permesso al governo di cui fanno parte queste persone oppure delle foto hanno destato la curiosità di diverse persone; il mistero circa la spedizione non è solo tra Esercito del Bhutan e membri della spedizione ma anche tra questi e i loro soldati-protettori, forse prezzolati oppure agenti di qualche potente organizzazione spionistica.
La diversità di territorio e l’ostilità della fauna, unita alla difficoltà di comunicazione con gli autoctoni, spingono però i civili della spedizione a doversi fidare proprio di questi soldati; le temperature e il clima potrebbero addirittura spingere i nostri avventurieri a dover trovare riparo negli enigmatici monasteri che si ergono nel paese o in baite isolate e abbandonate da tempo, alla mercé di qualsiasi pericolo.

Dentro le cime inviolabili

Copertina del primo numero italiano di Prophet – Editore Cosmo

Sfruttando le Olimpiadi Invernali Indiane e la fama che ne deriverebbe, il Regno del Bhutan seleziona 6 squadre di due alpinisti, una guida locale e un esperto di culture del Bhutan scelto dalla squadra per scalare per la prima volta da secoli le sue sacre cime. Le squadre giungono nel Regno osannate come vere superstar, trattate con garbo in pubblico e soddisfate in ogni loro appetito in privato. Alla partenza per l’esplorazione, le squadre scoprono che il loro punto d’accesso alla vetta sarà da sei punti diversi; a vincere saranno coloro che per primi lanceranno un segnale con il loro GPS dalla cima del monte. Chi per via di una frana, chi per via di uno stranissimo temporale, i personaggi si ritroveranno inghiottiti da una grotta profondissima che scende nel ventre del monte. Le costruzioni di roccia grezza fanno spazio a architetture colossali e millenarie, precedenti al periodo umano; una immagine che mi ricorda la prima parte del ben disegnato Prophet di Dorison e Lauffray. Cosa sarà nascosto al di sotto delle vette? Forse qualche mistero di lovecraftiana memoria?

Il duro e segreto Regno del Bhutan

Una rappresentazione delle Celle del Cielo di Michael Komarck

Un giorno, misteriosamente e senza preavviso, la sicurezza dei vari accessi al Regno del Bhutan viene aumentata, grazie anche alla ristretta superficie del Regno. Entrare nel paese diventa difficile e qualsiasi clandestino che entri nel paese senza permesso viene rinchiuso in prigioni di roccia nuda, fredde e inospitali, trattato come spia e interrogato per ore quale tale. Se la prosecuzione dalla prigionia non porta ad un risultato attendibile circa l’essere o non essere spie, si viene messi all’interno di celle con un lato aperto (con un tocco di George R. R. Martin) scavate nel lato delle montagne ritenute inviolabili.
Cosa avrà spinto gli abitanti del Bhutan a tanta rapida segretezza e chiusura?

Bhutan Transcendency

Una enorme setta cinese, vissuta per anni in cellule dormienti nel grande stato di Mao, sfrutta il turismo per prendere con un colpo di stato il Regno del Bhutan. Inizia un programma rigido di indottrinamento e preparazione all’ultima prova, l’assunzione (il classico suicidio di massa), oltre al totale annientamento delle culture e delle leggi locali. Intanto il santone che guida la setta inizia a entrare e uscire dalle montagne, un tempo inviolate, portando con se strane statue da idolatrare ritrovate nel ventre dei monti.
Gli agenti segreti dei paesi stranieri che per caso si sono ritrovati nel Bhutan al momento del golpe non sono proprio l’apice della graduatoria: chi relegato in quel regno per affronti o errori di valutazione, chi come alternativa ad una precoce pensione, le spie iniziano a dover lavorare come tali di fronte a questa pressante dittatura, senza comunicazioni chiare ed estese con l’estero e con tantissimi dubbi circa anche la fedeltà delle spie con cui si ritrovano giocoforza a collaborare.

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Luoghi Inaccessibili: le Cime del Bhutan!
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