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A scanso equivoci, chiariamo subito un dato di fatto: organizzare un evento come Lucca Comics and Games 2015 è incredibilmente complesso.
Si tratta di gestire una città che, per quattro giorni l’anno, praticamente triplica il numero dei suoi abitanti, senza essere minimamente progettata per accogliere una simile marea umana. L’enorme quantità di variabili e di possibili imprevisti fa sì che reagire a qualsiasi eventualità in modo che tutto fili perfettamente liscio sia ai limiti dell’impossibile. Basta un minimo incidente, come un tamponamento o un malore che obbliga a chiamare un’ambulanza, per dar via a una reazione a catena di contrattempi e seccature. Figurarsi poi accontentare tutte le parti in causa.
Per cui evitiamo di dare ciecamente addosso all’organizzazione della fiera. I miglioramenti ci sono, anno dopo anno, e sono innegabili. Ancora di più se si pensa a quanto sia aumentato a dismisura l’afflusso di visitatori a Lucca C&G negli ultimi anni (oltre 220.000 quest’anno, appena meno dei 250.000 del 2014). E, quest’anno, nessuno ha rischiato di morire. Non è proprio un traguardo da poco.
Ciononostante, certe scelte nella gestione sono state molto contestate, in particolare dagli addetti ai lavori. Quali? Partiamo dal principio…

La Preparazione

Memori di quanto la situazione al Padiglione Carducci fosse invivibile l’anno scorso, gli organizzatori erano corsi ai ripari già alcuni mesi fa. Si sapeva già da luglio che avrebbero stabilito un tetto massimo di 80.000 biglietti venduti al giorno, per evitare il concentrarsi della folla il sabato e la domenica. Una scelta che ha fatto storcere il naso a parecchi, ma già collaudata (alla Gen Con di Indianapolis è la norma da anni). Inoltre, appurato che l’assembramento di spettatori attorno agli stand dei videogiochi bloccava completamente il traffico dei visitatori, si è deciso saggiamente di dedicare un’area apposita almeno alle postazioni di League of Legends, con sollievo degli espositori.
(Per chi non avesse dimestichezza con le meccaniche dall’altra parte del bancone: uno stand in cui si vende merce si trova  lì per vendere merce. Non avete idea di quanto costi avere uno stand a Lucca. E, quando tre quarti del pubblico del padiglione si trovano lì solo per giocare o veder giocare, non solo non portano guadagni, ma ostacolano eventuali compratori dal raggiungere gli stand.)
Insomma, tutto sembrava promettere per il meglio? Sembrava…

Il Numero Chiuso

Dalle ore 14:00 di venerdì 30 ottobre, la quantità di visitatori nel padiglione Carducci è stata limitata a 4.000 persone per volta (pare che l’ordine sia partito dalla Questura). Questo, unito all’alto costo del biglietto del sabato, e alle numerose aree a ingresso gratuito, ha scoraggiato fortemente i visitatori dall’entrare; in particolare nel giorno di sabato, che per ovvie ragioni è quello col maggior afflusso di pubblico.
Inoltre la precauzione dell’organizzazione non è bastata: anche senza lo stand ufficiale, c’erano tre negozi di PC che gestivano tornei di League of Legends. Oltre alla Playstation League. Oltre agli youtubers. Tutte persone che formavano un solido assembramento di gente nell’area videogames. Gente che in gran parte non si è mossa per tutto il giorno.
E vi ricordate che cosa scrivevamo sopra? Massimo 4000 visitatori per volta. Ora provate a toglierne la metà e immaginate quanti clienti paganti girassero per il padiglione…
Non c'era solo LoL, ovviamente, ma rende l'idea.

Non c’era solo LoL, ovviamente, ma rende l’idea.

Oltre all’evidente problema generato dagli stand dei videogiochi, c’è da tener conto di un altro fattore: i tornei e le aree demo. Iniziative essenziali per un settore come quello dei giochi… ma resta il fatto che, finché un visitatore è impegnato in un torneo, di certo non gira anche per il padiglione a comprare. Se in 8000 metri quadri fai entrare solo 4000 persone, è un po’ difficile che ci sia pubblico per tutti quanti.
La situazione era così intollerabile che, già alle 14 di sabato, alcuni espositori hanno protestato fortemente contro la decisione, che stava di fatto bloccando fuori quasi tutta la loro clientela. Addirittura  alcuni piccoli stand si sono trovati seriamente nei guai, visto che il basso afflusso di pubblico ha impedito loro di rimettersi in pari con le spese. Eh, sì: ne accennavamo anche qui sopra. Per chi sta dall’altra parte della barricata, partecipare a Lucca comporta una spesa più che considerevole, che si può coprire solo con le vendite dei prodotti. E a chi li vendi, quando i potenziali compratori non possono entrare?
 
Che senso ha che una convention che dovrebbe risultare utile agli operatori del settore rischi invece di far loro chiudere bottega?

“Oltre al danno…”

Ma, per ovviare all’inconveniente, -almeno nell’intenzione-, sabato gli stand sono rimasti aperti fino alle 21, per permettere un afflusso di pubblico più controllato. Non solo: circola la voce che, nel 2016, gli stand rimarranno aperti fino a mezzanotte. Sulla carta l’idea è sensata: ma, all’atto pratico, bastava vedere le facce di chi si aggirava nel padiglione. Le ricordate?
Le avete bene in mente?
Erano sfinite.
Per quanto possa essere divertente, partecipare a Lucca Comics&Games è faticoso. Per forza: si tratta di passare buona parte della giornata in piedi, a camminare da un padiglione all’altro, spesso di corsa. Non parliamo poi degli espositori, per i queli la fiera è lavoro in tutto e per tutto, e non certo lieve. E chi mai riesce a reggere il ritmo fino a mezzanotte? Oltretutto visitatori che, con ogni probabilità, alloggiano fuori dalle mura e dalla città, semplicemente perché non c’è spazio per contenerli tutti tra le mura.
Questa non è questione di “reggere la fatica”: dopo ore e ore passate tra gli stand, prendere l’auto così tardi diventa seriamente pericoloso, e non solo per se stessi. Affidarsi alle navi-bus è ancora infattibile, per quanto il servizio sia stato lodevolmente potenziato: non sono abbastanza per l’intero enorme flusso di visitatori.
I miglioramenti ci sono, scrivevamo all’inizio. Ma il Padiglione Carducci ha bisogno ancora di molto.
Specie chi ci lavora.
Lucca Games : Strascichi, Polemiche e Proteste
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A proposito dell'autore

Lavos-D è un illithid colmo di bontà e di dolcezza, che distilla interamente nei suoi favolosi dolci: per questo non gliene resta più quando scrive i suoi acidissimi articoli. Il suo motto è provare qualsiasi gioco esistente, sennò non lo si può criticare. Quando il suo eterno ruolo di master gli lascia tempo libero lavora a GdRITalia in veste plurima di pasticciere ufficiale, redattore, editor, (re)censore, traduttore in seconda e spalla comica a tempo perso. Da quando si è autoproclamato sommo sacerdote del Grande Cthulhu si è montato la testa e non ci si ragiona più.

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