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Questa settimana torniamo a parlare di un autore che mi sta molto a cuore: Neil Gaiman; come ho già detto in precedenza il suo stile varia molto da un suo racconto ad un altro, dimostrando una capacità di adattamenento che pochi altri scrittori presentano. Dallo stile moderno di American Gods a quello fiabesco di Odd e il gigante di chiaccio, Gaiman è in grado di appassionare lettori sia grandi che piccini; il romanzo di cui parleremo oggi, Stardust, sembra essere rivolto proprio a questi ultimi.

Titolo: Stardust

Autore: Neil Gaiman
Formato: 246 pagine
Prezzo: 9,00 euro
Editore: Oscar Mondadori

La trama in breve: Il giovane Tristan, ignaro dei suoi veri natali, decide di compiere un’impresa che pare impossibile; per conquistare il cuore della bellissima Victoria decide di varcare il muro, metaforico confine che separa il mondo conosciuto dal mondo di Faerie, alla ricerca di una stella cadente precipitata in quella direzione. Una volta trovata però scoprirà che essa non è un pezzo di pietra inanimata ma bensì una giovana ragazza chiamata Yvaine; comincerà così un’insolita e fiabesca avventura in cui Tristan avrà la possibilità di maturare, conoscere la verità sul suo passato e scoprire cosa veramente il suo cuore sta cercando.

I personaggi: Diversamente da altri romanzi di Gaiman, dallo stile più moderno, i protagonisti di Stardust non sono approfonditi nel dettaglio ma presentano molti tratti dello stereotipo fiabesco: Tristan è il giovane dalle potenzialità di diventare un eroe, Yvaine talvolta assume le caratteristiche della principessa in pericolo, in attesa dal giovane quasi destinato a salvarla, le streghe regine… serve a poco dire che sono vere e proprie streghe. Gaiman riesce a mantenere queste caratteristiche fiabesche, ma al contempo a dare una caratterizzazione a questi personaggi, che così non rischiano di scadere nel “già visto” ma lasciano invece un ricordo gradevole di loro al lettore.

Lo stile: Come accennato in precedenza, lo stile scelto per questo romanzo è il fiabesco dedicato ai ragazzi; in qualche modo mi ha ricordato quello utilizzato da Tolkien in Lo Hobbit, nel quale sembra che il narratore sia un vecchio maestro intento a raccontare ad un gruppo di giovani un’ antica favola proveniente da una tradizione ormai quasi perduta.

Consigli per giocare di ruolo: Da questo punto di vista l’ambientazione di Stardust si adatta a due stile di gioco molto differenti: il gioco di ruolo tradizionale e quello narrativo; per il primo caso posso consigliare Changeling: i perduti poichè la divisione di Faerie dal mondo “reale” tramite un muro mi ha ricordato molto la Siepe che divide il Mondo ti Tenebra da Arcadia. Nel secondo caso invece ci si può rivolgere a sistemi come Levity o Pure Check!, capaci di adattare lo stile di gioco scelto dal master alla narrazione di un’avventura che prosegue o viaggia in parallelo rispetto agli avvenimenti del racconto di Gaiman. Entrambi gli stili presentano i loro punti di forza; se avete intenzione di provarli fateci poi sapere com’è andata e quali avete preferito!

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