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Molti lettori che ci seguono forse non avranno familiarità con il termine „Crowdfunding”, anche se in realtà si riferisce ad iniziative di cui abbiamo già parlato qui su GdRItalia, come per esempio quella sul V20 Companion. Probabilmente se invece citiamo il termine Kickstarter vi si accende una lucetta in testa, vero?

Il crowdfunding è un metodo ideato con l’avvento di Internet e del web 2.0 per consentire a autori esordienti o piccoli imprenditori di realizzare progetti innovativi che richiedono un capitale iniziale per la realizzazione , anche in condizioni in cui non è per loro possibile accedere ad un normale finanziamento via banche o investitori privati. La condizione essenziale perché il finanziamento vada a buon fine è che l’idea di base sia buona, o quanto meno che convinca il popolo della rete.

Come funziona in pratica? Si va su un sito internet, e si „dona” una somma, che va da pochi dollari a molte migliaia, ad uno dei progetti che vi sono ospitati. I siti che consentono il crowdfunding, inoltre, come Kickstarter o Indiegogo, restituiscono le somme versate se il progetto non riceve sufficienti finanziamenti per decollare, quindi chi si impegna a contribuire non rischia di buttar via la sua donazione per un progetto che finisce su un binario morto. In generale poi, se si dona una cifra superiore a pochi dollari, si riceve anche una copia del prodotto, spesso con qualche gadget o riconoscimento aggiuntivo se si è donato di più del minimo.

La cosa fin qui è bellissima: se in un progetto il web „ci crede”, quel progetto viene realizzato.

Dove sta l’interrogativo, allora? Sta nel fatto che ormai su Kickstarter non c’è più prevalentemente l’autore giovane che deve ancora farsi conoscere. Ci troviamo piuttosto la grossa casa editrice che vuole minimizzare i rischi e massimizzare i margini. In pratica, Kickstarter sta diventando un sistema di preordine alternativo mascherato da „supporto dei fan”. E spesso nasconde anche la pratica non encomiabile di gonfiare i prezzi oltre il ragionevole.

Guardate un po’ qui. Si tratta di Traveller quinta edizione. Un gioco senza dubbio molto bello e atteso da molti fan. Però con la scusa del „sostegno al buon vecchio sistema di gioco”, viene venduto – e non prendiamoci in giro sul termine „donazione”, qui stanno vendendo un prodotto – a 51 dollari per il PDF, e 100 dollari per il manuale in brossura. Ah, dimenticavamo, 40 dollari di spese di spedizione se abitate in Europa.

Considerando che questi prezzi non risentono delle percentuali della distribuzione e dei negozi, che solitamente sono quelli che tengono alti i costi dei giochi, beh… qui su GdRItalia non amiamo lanciare strali contro il lavoro altrui, anche quando ce ne sarebbe motivo, quindi vi lasciamo fare da soli le vostre considerazioni.

Ci s permetta solo un’ultima considerazione. Case editrici anche molto conosciute ormai usano Kickstarter come sistema di preordini, trasformandolo in un negozio elettronico a tutti gli effetti, sotto la facciata del crowdfunding. Direte voi, che c’è di male? Business is business!

Quello che ci troviamo di male è che questa evoluzione progressiva verso una „boutique dei giochi sovraprezzati” non potrà non togliere spazio e visibilità ai giochi davvero nuovi. Accipicchia, non sono la White Wolf o la T5 che han bisogno del crowdfunding. Loro i soldi in banca li troverebbero: magari il direttore della banca è un fan di Traveller, dato che chi giocava alle prime edizioni ormai ha superato i 50 anni. In mezzo a tutte quelle offerte di giochi e giochetti più o meno blasonati, i giochi dell’esordiente, chi li vede più?

Il crowdfunding era nato per dare una chance ai giochi a contenuto innovativo, non per tenere in vita vecchie glorie „spremendo come limoni” i fan che amano un certo marchio. Niente da dire contro chi comprerebbe a qualunque cifra la nuova edizione del gioco che ha amato in gioventù, ma ci piacerebbe tanto vedere ritornare queste iniziative al loro spirito originario.

NOTA DOVEROSA: l’edizione di Traveller attualmente commercializzata in Italia non c’entra nulla con quanto descritto sopra.

A proposito dell'autore

RosenMcStern infesta i forum di GdR in lingua sia italiana che inglese da ormai diversi anni, ed è arrivato a distinguersi in un campo, quello del trollaggio internettiano sui giochi di ruolo, dove i professionisti non mancano, e per farsi notare occorre sgomitare. Da quando nel 2006 si è accorto che, oltre a rompere l'anima agli altri sui newsgroup, Internet può servire a fare conoscere il proprio lavoro, ha iniziato a infestare anche i negozi virtuali di GdR oltre ai forum, scrivendo e commercializzando materiale per giochi basati sul D100.

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