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Probabilmente nessuno di voi ha mai sentito parlare del Codex Gigas: un antico tomo che, con i suoi 92cm di altezza e 50 di larghezza, è il più grande libro mai scritto nella storia del Medioevo.

La leggenda
Conosciuto anche come “la Bibbia del Diavolo” per la particolare illustrazione del Maligno grande quasi 50 cm, questo antico libro avvolto è avvolto da misteri e leggende. Il più grande fra i misteri che circondano il Codex è la sua realizzazione. La leggenda narra infatti di un frate Herman il Recluso il quale, condannato per aver compiuto un qualche peccato che non ci è dato conoscere, avrebbe dovuto essere murato vivo! Tanto era blasfemo l’atto da lui commesso che l’unico patteggiamento accettato dai suoi fratelli fu una sfida impossibile: scrivere in una notte un libro che raccogliesse in sé tutto lo scibile della natura umana e divina e portando così grande prestigio al monastero. Lavorò tutta la notte alla grandiosa opera, ma a mezzanotte passata gli fu chiaro che l’impresa non gli sarebbe riuscita e che sarebbe morto in solitudine nella sua cella, murato vivo. Allora cominciò a pregare. Ma non Dio, come ci si sarebbe aspettato da un uomo pio, ma il Demonio, supplicandolo di aiutarlo a concludere il lavoro prima che sorgesse l’alba.
Il Maligno accettò di buon grado le suppliche del frate ed in cambio della sua anima gli concesse di riuscire a scrivere l’immenso tomo che venne poi anche chiamato la Bibbia del Diavolo per la raffigurazione che il frate dipinse su di una pagina in omaggio al suo benefattore.

Il mistero
Quello che è veramente inspiegabile è che alcuni aspetti del trattato paiono, se non confermare, quantomeno far sospettare che nella leggenda ci sia un briciolo di realtà.
È stato calcolato che, solo per scrivere il testo del manoscritto un monaco dell’epoca avrebbe dovuto impiegare almeno 5 anni di lavoro senza mai fermarsi. Tra l’altro era anche abbastanza comune che più frati lavorassero sullo stesso testo per accelerare i tempi di lavoro. Com’è possibile allora che nel corso dell’intera opera, che avrebbe richiesto almeno 20 anni per essere realizzata da una sola persona anche lavorando sodo (tra citazioni, trascrizioni, ricerca, pittura delle dettagliatissime miniature ed un minimo di tempo libero), non ci siano variazioni nello stile della scrittura? In un tempo così lungo il modo di scrivere si altera leggermente, ma analizzando il tomo si può notare che per tutto il corso del testo la calligrafia rimane identica fin nei dettagli senza mostrare segni di malattia, di tremore, di nervosismo, d’età…
Otto pagine del manoscritto sono state deliberatamente strappate per motivi sconosciuti. Si presume che quelle pagine contenessero la regola del monastero, ma se questa supposizione fosse vera, perché distruggerle? (Amici lettori che vi dilettate nell’arte del masterare, su questo punto sfogatevi!)
E la pagina del Diavolo?
Il Maligno appare in un tratto di testo nel quale il monaco ha deciso di elencare una serie di peccati e le rispettive ammende da fare, alcune delle quali molto esoteriche e al limite dell’esorcismo. (Qui la pagina esatta). Sulla pagina opposta, sempre in grandezza notevole, è raffigurato il Regno dei Cieli a rappresentare al contempo l’opposizione bene-male e la ricompensa e la punizione. Un’altra cosa rende però la pagina del Diavolo inquietante: perché, nonostante il resto del libro sia in condizioni sorprendentemente buone, solo le pagine che precedono la misteriosa raffigurazione del Maligno sono annerite?

I contenuti
Il libro, nelle sue 320 pagine di vellum (si ritiene che per realizzarlo ci sia voluta la pelle di ben 150 animali), contiene una vastità di argomenti davvero mirabile. Si va da trascrizioni di interi brani della Bibbia (notabile il fatto che l’Apocalisse sia tratta da un testo pre-Vulgata), ad un trattato sulla storia antica giudaica e sulla storia della Boemia, trattati di etimologia e di fisiologia, un calendario con l’elenco dei santi e diversi trattati, alcuni dei quali descrivono nel dettaglio formule magiche ed esorcismi. L’elenco degli autori è lunghissimo e, tanto per citarne alcuni, contiene Isidoro di Siviglia, Ippocrate, Teofilo, Costantino e molti altri.
Nonostante la strana leggenda sulla sua creazione ed il contenuto di stampo mistico (per non citare la celebre raffigurazione di Satana) il libro non fu mai preso di mira dall’Inquisizione, né la sua esistenza tenuta nascosta…

La storia
Il Codex Gigas venne scritto probabilmente attorno all’inizio del XIII secolo e si tratta certamente del lavoro di una sola persona. Dopo la distruzione del monastero di Podlažice , dove fu forse scritto (alcuni studiosi ritengono il monastero fosse troppo povero per permettersi i materiali necessari per un’opera tanto grandiosa), nel XV secolo si perdono le tracce del testo per circa un secolo, quando riappare nel convento benedettino di Břevnov. Da lì passa al monastero di Broumov dal 1477 al 1593 e l’anno successivo viene aggiunto alla collezione dell’Imperatore Rudolf II a Praga. Dopo la Guerra dei Trent’Anni il Codex Gigas viene portato via dalle truppe svedesi come bottino di guerra e fu portato in Svezia, presso la Libreria Reale di Svezia a Stoccolma.
Nel 1967 un incendio molto grave investì il castello reale e la Biblioteca Reale ne soffrì pesantemente in termini di perdite. Il Codex fu salvato lanciandolo fuori dalla finestra (e, così si racconta, colpendo un passante, ferendolo) perdendo così alcune preziose pagine.
Ancora oggi il prezioso tomo è custodito dalla Famiglia Reale svedese nella loro biblioteca.

Per “sfogliare” il Codex Gigas, clicca qui.

Fonti:
Codex Gigas, la Bibbia del Diavolo
Codex Gigas: Devil’s Bible or Just an Old Book?
Wikipedia (EN)
Wikipedia (IT)

A proposito dell'autore

Giocatore di ruolo e master da diversi anni, coltiva la passione per il GdR fin dall'adolescenza quando, ancora ignaro del grande mondo che stava dietro al suo hobby, si rifugiava settimanalmente nella cantina di un amico a giocare a D&D con altri quattro gatti. Nel bene e nel male ora è un po' più consapevole di quel vasto universo che è il GdR, e questo anche grazie a GdR Italia. A tempo perso scrive racconti fantasy e di fantascienza. Ogni tanto suona anche il basso.

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