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Schermata iniziale della App di Lupo Solitario

Schermata iniziale della App di Lupo Solitario

Anzitutto vorrei fare un po’ da hostess salutandovi e dandovi il benvenuto al primo appuntamento ufficiale con la nuova rubrica: NonSoloGdr. Che cos’è questa rubrica e in che cosa spazia di diverso rispetto ai contenuti che trovate seminati qual perle in giro per questo fantamirabolante blog?

Semplicemente ci siamo resi conto che, ormai, noi Nerd siamo dei piccoli, meravigliosi HUB di meraviglie, sempre alla ricerca di tante altre meraviglie. Il gioco di ruolo non ci basta più, e sotto un certo punto di vista è una cosa buona e giusta. Altrimenti come faremmo a trovare spunti per giocare ancora di più di ruolo? Quindi eccoci qui, con un angolo aperto sul mondo che esula dai nostri amati classici per buttarci nel mare di possibilità che per noi figli della fantasia si spalancano. Anche, e soprattutto, per scoprire le cose migliori e stare alla larga da quelle messe fuori unicamente per succhiarci i nostri, sudatissimi, guadagni.

Smetto di tergiversare per presentarvi il prodotto di oggi: Lone Wolf, la app!

 

Una delle illustrazioni in-app

Una delle illustrazioni in-app

Alzi la mano chi non conosce Lone Wolf. Sarebbe una vergogna se ce ne fossero troppe, anche se l’era dei LibriGame è tramontata con altri grandi classici di un ventennio che non dovremmo dimenticarci. Lone Wolf, o meglio Lupo Solitario, è stata una saga di passaggio per molti di noi. Che vivevano con il cavaliere Ramas la straniante sensazione di essere gli ultimi rimasti di un intero ordine monastico. Che tremavano alle fatidiche decisioni alla fine di ogni paragrafo. Che tenevano, religiosamente piegato alla fine del libro, il foglio con gli appunti degli oggetti trovati e delle cose a disposizione. Che baravano schifosamente quando morivano, facendo finta che i dadini in cima alla pagina in realtà avessero fatto abbastanza da uccidere il mostro o che fingevano spudoratamente di aver letto il paragrafo con l’inevitabile “la tua avventura finisce qui…” per errore, in verità volevamo tutti andare all’altro paragrafo, quello in cui passavamo oltre. Quelli che sbirciavano la Tabella del Destino, che smetteva subito di avere qualunque cosa a che fare col destino, ed infine tutti coloro che si chiedevano a che cosa servissero, accidenti, psicodardo e psicoscudo, faticosamente scelti tra gli incantesimi Ramas, visto che tutte le creature (grosse) erano immuni al primo e ignoravano il secondo.

La schermata di scelta. Dove un tempo c'erano i paragrafi, ora si sceglie quale abilità Ramas usare e si clicca. Addio bari!

La schermata di scelta. Dove un tempo c’erano i paragrafi, ora si sceglie quale abilità Ramas usare e si clicca. Addio bari!

Scommetto che solo a leggere queste poche righe la nostalgia è salita a livelli Pollon. Sarete lieti di non essere gli unici: anche l’autore di Lupo Solitario, l’immortale Joe Dever, ha deciso che il brand aveva bisogno di tornare in auge, dopo il tentativo di trasformarlo in gioco di ruolo (sulla quale la sottoscritta ha sentimenti di repulsione profonda, ma sono gusti), ed ecco a voi la meravigliosa app: Lone Wolf: Blood on the Snow.

Si tratta, udite udite, di un librogame. Nel senso che la grafica e il gameplay ricalcano molto quello a cui eravamo abituati. Il nostro cavaliere Ramas, lanciato in una storyline futura che si svolge dopo la “conclusione” delle sue varie avventure cartacee, si ritrova di nuovo catapultato in una mirabolante sfida alle sue capacità fisiche e psioniche appesantito dal carico delle sue novelle responsabilità nobiliari.

Ma andiamo con ordine.

Intanto la app è disponibile sia per AppleStore che per Android, al costo di 4,99 euro. Che ricordando le, se mal non rammento, diecimila lire dei libri game è una dimostrazione di coerenza tale da farli spendere senza colpo ferire. Veniamo subito premiati da una grafica decisamente curatissima, di quelle che piacciono a me, con tanti dettagli e tanto 3D che questa

Scheda del personaggio terminata

Scheda del personaggio terminata

modernità priva di spigoli e ombreggiature mi deprime la vista fin troppo. Aperta la app, che ha tempi di download ed installazione perfettamente umani persino sul mio frusto e sfruttato Ipad2, veniamo accolti da un menu interattivo intuitivo e ben costruito col quale, ripetendo passaggi rimasti rituale nei nostri ricordi di ragazzi, scegliamo le caratteristiche fondanti del nostro Ramas: l’arma preferita, le abilità Ramas, eccetera eccetera. Ah, kudos per un tutorial ben fatto, chiaro e non troppo invasivo. Infine, viene partorita una scheda del personaggio e si parte.

Le scritte in inchiostro appaiono in dissolvenza (font sceglibili tra tre variamente epici e ben leggibili) su pagine di un delicato pergamena scuro che si voltano toccando dall’angolo verso l’alto, con l’effetto pagina voltata tanto old clichè ma tanto amabile. L’avventura si dipana e, per qualche momento, sembra davvero di essere tornati indietro nel tempo. Al momento di “fare le nostre scelte”, la rosa di scelta viene spesso limitata dagli attributi che abbiamo deciso in creazione personaggio, e spesso è necessario prestarsi a minigiochi di

Grafica del gameplay

Grafica del gameplay

rapidità di mano (facilissimi) per portare a termine un’azione con più o meno successo. Il che, in fondo, sostituisce in maniera moderna – e diciamocelo, abbassa drasticamente le possibilità di barare – il vecchio salto di paragrafo. Come risolviamo la situazione, la storia prosegue nei suoi delicati toni di inchiostro, ai quali spesso troviamo frapposte illustrazioni a due colori che sono un vero regalo per gli occhi.

Il gioco si svolge lungo una mappa, consultabile, con la quale possiamo riposare dopo i combattimenti, prima di spostarci in un altro luogo, e che tiene il conto del passo dell’avventura, ricordandoci dove siamo stati e dove stiamo andando, cosa peraltro presente anche nella lista delle quest. Il menu dell’inventario, per quanto per i miei gusti abbia pochi slot, riassume molto bene la situazione di oggettistica deperibile o meno, e il sistema di pozioni, di nuovo, impedisce di aggiungere pozioni “al momento giusto” per tirarsi fuori dai guai. La navigazione in-app è fluente e fruibile, e rapida, facilmente comprensibile e ben costruita per evitare di perdersi nei vari sottolivelli del menu. Non sono necessari acquisti in-app per andare avanti né c’è un antipatico sistema ad energia che impedisca il gioco. Virtualmente: vai avanti finchè

Mappa del gioco

Mappa del gioco

muori. O finisci.

Ora, voi direte: ma che ti pagano per questa recensione smielosa e puccettosa tutta quoricini (volutamente con la “q”)? Ammetto che sembra strano che un’app così non abbia punti negativi.

Meh, è perché da brava scrittrice mi tengo il climax fino all’ultimo.

I combattimenti.

Io mi rendo conto. Davvero, mi rendo conto, che i bambini moderni non abbiano la tempra d’acciaio dei bambini di ieri. Mi rendo conto che a noi bastavano due dadi stampati in cima alla pagina, una carta e la matita e un pomeriggio estivo al campeggio per calarci completamente nell’ansia di uno scontro (quasi sempre impari, maledetta invulnerabilità psichica!) con creature da incubo descritte in poche righe di paragrafi al cardiopalmo. Mi rendo conto che, oggi, se non gli dai il mostro disegnato e un gameplay efficiente, il figliolo sbuffa e torna a giocare a Infinity Blade III (chè il II l’ha già finito).

Però, porca miseria.

Schermata di combattimento

Schermata di combattimento

Anzitutto, carica il combattimento presume che il device venga ruotato da verticale a orizzontale con un simpatico giochino di intelligenza che sul momento la mente del giocatore non collega subito. Almeno la mia. Battute a parte. Quando finalmente la piattaforma di scontro si carica, e un Ipad che ansima fa un rumore da spezzare il cuore, ci troviamo nel mezzo di un videogioco di scontro vero e proprio, in cui la velocità delle dita e la sensibilità dello schermo del proprio device sono le uniche cose che contano per vincere. In verità, lo ammetto, non è difficilissimo. Ma se uno, appena appena, non ha mano con i videogiochi da touchscreen, io preferisco il pc gaming grazie, rischia di farsi massacrare dal primo mostro che incrocia.

Che non sarebbe troppo grave se non fosse che, se muori la prima volta, il gioco ti da la chance di ripetere il combattimento, a difficoltà diminuita ma anche con tesoro successivo diminuito. Se però sei tanto impedito da perdere anche la seconda volta (alza la mano) sei proprio morto e devi tornare all’ultimo salvataggio e ripetere il combattimento le X volte che ti sono necessarie per battere il mostro.

Peccato, sei morto!

Peccato, sei morto!

Sarà che, come già citato, non ritengo i touchscreen adatti ai giochi di combattimento diretto. Sarà che avrei preferito, di gran lunga, che inventassero un gameplay scontro legato ai dadini e alla Tabella del Destino per mantenersi sulla carreggiata del librogame. Saranno tante cose, ma il sistema di combattimento è la cosa che mi ha fatto più storcere il naso a riguardo dell’applicazione. Non mi ha convinto per niente e mi dispiace, perché per il resto è stato bello, anche se con un apparecchio tecnologico, rifugiarmi sotto le coperte coi biscotti e aprire un nuovo LibroGame.

La cosa che possiamo sperare, o che almeno io spero, è che questa iniziativa abbia successo e che non ci si limiti a una nuova serie di Lupo Solitario ma che si ripeschino grandi classici come la saga di Pip nel mondo di King Arthur, o la saga della Macchina del Tempo, o se vogliamo restare in tema “Buon Vecchio Joe” anche quell’adorabile scopanellaschiena di Oberon il mago.

Ne hanno bisogno le nuove generazioni.

E ne abbiamo bisogno noi.

Tirando le somme: io consiglio di comprarla. Nonostante il tremendo gameplay dei combattimenti, la trovo un’app valida, ben studiata e ben fatta, che non si basa solo sul presupposto del “i nerd la compreranno perché sono nostalgici come Anna dai Capelli Rossi”, ma cerca sul serio di fare un servizio ai fan rimasti fedeli proponendo un prodotto di qualità.

The End

 

 

 

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