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Oggi parliamo del vulcano Kawah Ijen. Una miniera di zolfo di giorno, questa infernale montagna indonesiana si trasforma in un paesaggio alieno surreale quando arriva la notte. Queste immagini, scattate dal fotografo Olivier Grunewald in condizioni estremamente pericolose, sono decisamente impressionanti e suggestive.

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Lui e il suo amico Régis Etienne sono tornati sul posto svariate volte, arrivando a creare un documentario di 52 minuti dopo 30 notti insonni a scattare fotografie e filmare scene. Ma a parte questi simpatici artisti, sul posto ci sono anche una serie di instancabili lavoratori, poiché in realtà si tratta di miniere di zolfo… che si trovano, in pratica, tra le fiamme blu.

Typical blue flames of sulfuric gaz Kawah Ijen

Per oltre 40 anni, i minatori hanno dovuto estrarre lo zolfo dal cratere di Kawah Ijen in Indonesia. Per raddoppiare il loro magro reddito, i più resistenti di questi uomini lavorano pure di notte, con la luce blu elettrico dell’acido solforico esalato dal vulcano a far loro compagnia.

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Infatti, non appena la luce del giorno si allontana, ne sorge un’altra dalla roccia incandescente, inquietante, emerge dalle profondità del cratere Kawah Ijen. Lo zolfo liquido ad alta temperatura viene schizzato fuori dal cratere con getti di fiamme blu che possono raggiungere anche l’altezza di 5 metri.

Kawah Ijen volcano solfatara

In questo ambiente estremamente salubre, i minatori si ammazzano di fatica scavando. Devono monitorare il flusso di zolfo fuso mentre attraversa tubazioni a 115 ° C , per poi cristallizzarsi. Al chiarore blu di queste fiamme surreali, i minatori estraggono grossi pezzi di zolfo, poi li trasportano ai margini del cratere dove possono venderli per 680 Rupie al chilo (circa 0,04 €). Ma i carichi che trasportano, di peso compreso tra 80 e 100 chili, non costano loro solo la salute… qualche volta, ci scappa logicamente il morto. Lavorare la notte, per questi operai, è vantaggioso anche perché possono evitare il caldo intenso del giorno. Ma immaginate come debba essere alienante trovarsi in un paesaggio del genere, al buio, illuminati solo dalle fiamme blu!

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Lo zolfo, tra i più puri in Indonesia , è destinato all’industria chimica e alimentare. Si usa per lo sbiancamento dello zucchero, ad esempio.

Come possiamo usare questa storia per i nostri scopi giocodiruolistici? La fantasia ancora non vi gira nel verso giusto? Suvvia, ne abbiamo viste di cose spaventose relative a questi argomenti, pure al cinema. Di recente mi viene in mente or ora Pacific Rim!

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Non chiedetemi perché, suvvia. Quella luce bluastra emessa da molti Kaiju non vi dice nulla? Quella malsana luminescenza… che emerge anche dalla fessura, d’altronde. Un luogo come quello della nostra storia potrebbe essere facilmente frainteso dagli uomini: si tratta di un semplice vulcano che emette enormi quantità di nitrato di zolfo, che produce fiamme blu… o si tratta forse della fessura verso un altro mondo che, magari, è in attesa di entrare in contatto con il nostro? Storie come questa mi rievocano facilmente alla mente certi miti di Cthulhu, certi racconti che parlano di luoghi surreali, nel nostro mondo, che portano verso altri posti terrificanti.

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Immaginiamo che qualche operaio scompaia, o che qualcuno inizi ad avere visioni spaventose, senza poterle spiegare. Si tratta solo di operai costretti a lavorare di notte, facendo sforzi immani ed a costante contatto con vapori malsani che, senza dubbio, rischiano di intaccare la loro salute. Nessuno darebbe credito a voci riguardanti spaventosi visioni, creature di indescrivibile forma che appaiono tra i fumi dello zolfo e le fiamme blu… ma la cosa potrebbe diventare estremamente pericolosa molto in fretta ed a quel punto non sarebbero solo i minatori a pagarne il prezzo.

Cielo-Cremisi-GDR-kugalak-Gharghsyth

Uno spunto avventura perfetto anche per il World of Darkness, oppure per un gioco futuristico con elementi fantasy ed horror come Cielo Cremisi (lo sapete che in quest’ultimo ci sono i Gharghsyth, una specie aliena giocabile in grado di mettere dal corpo fiamme blu basate sul nitrato di zolfo, guarda caso?): possiamo in tutti questi casi sfruttare le connessioni tra i mondi, ma non solo. In fondo, gli operai che lavorano in questo luogo infernale per poche Rupie finiscono talvolta per non tornare a casa.

Il colore delle fiamme blu è spesso accostato agli spiriti, basti pensare ai fuochi fatui. Potremmo anche ipotizzare che la componente naturale abbia senza dubbio fatto la sua parte, ma se si trattasse di una zona di attività spiritica super intensa e, un giorno, magari con una luna particolare, una volta ogni qualche anno, dalla bocca di questo inferno azzurro dovessero risorgere le anime dei morti, animate da un’energia sinistra ed infernale… per scivolare nel villaggio più vicino alla ricerca della vita, come falene attratte dalla luce? Fantasmi Assassini, insomma.

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Anche in avventure in stile Supernatural tutto tornerebbe alla grande, magari mettendoci dentro un qualche diavolo antico ricomparso sulla terra assieme ai suoi minion attraverso questa fessura infernale! Ed allora perché non metterci dentro anche il Mostro della Settimana!

Fonti

 

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