Parlare de L’Era di Zargo è parlare di un prodotto tutto italiano. Non solo: è anche un prodotto con una lunga storia alle spalle, il che lo rende una rarità nel panorama del GdR nostrano. Nato sotto un’altra forma, Zargo ha attraversato oltre trent’anni di storia ludica italiana per poi approdare nel mondo dei giochi di ruolo. Vediamo la sua storia… z
Il Wargame
La prima volta in cui si sentì parlare di Zargo fu il 1979. E già questo fu un record: Zargo’s Lords fu il primo wargame interamente italiano, opera di Marco Donadoni, con Enea Riboldi come illustratore. Il setting riecheggiava lo stile da narrativa epica, con i quattro possenti Signori del titolo che si contendevano il pianeta Zargo con spade, magie ed eserciti. L’atmosfera ricordava i racconti a fumetti francesi dell’epoca, marchio di fabbrica della rivista Métal Hurlant.
Nell’Italia di fine anni ’70 il fantasy pareva ancora una roba dell’altro mondo: figuriamoci poi un gioco fantasy con le miniature, in cui i giocatori potevano darsi addosso in maniera assai più appagante dei dadi di Risiko.
Benché avesse qualche piccola pecca a livello di regolamento, Zargo’s Lords era ben strutturato e proponeva una profondità di gioco che all’epoca era ancora una rarità. Tante unità diverse, strategie e tattiche supportate dal gioco, possibilità di alleanze…
Insomma: il gioco conobbe un meritato successo negli anni ’80; abbastanza da spingere gli autori a produrre un’espansione e un nuovo gioco, Blue Stones, a esso ispirato. Certo, dal nostro punto di vista il merito maggiore fu di far avvicinare giovani virgulti al genere fantasy.
Nel 1989, dopo la caduta della casa editrice International Team, fu pubblicato da altri autori il gioco da tavolo Zargos, che del gioco originale conservava il gioco, qualche idea e poco altro. Stesso discorso per Warangel, un altro wargame, con qualche ispirazione a Zargo, ma non inerente a quest’articolo. Parleremo di questi giochi un’altra volta.
Ma il mondo di Zargo non era caduto nel dimenticatoio del tutto.
L’Era di Zargo: Il Gioco di Ruolo
Siamo agli anni 2000. Nel mondo dei giochi di ruolo la terza edizione di Dungeons&Dragons entra come un ciclone, il d20 System diventa lo standard dei regolamenti nel bene e nel male. Nel 2007 l’uscita della quarta edizione non ottiene il successo sperato, Pathfinder ne approfitta… e, nel frattempo, qualcuno pensa ancora al mondo fantasy di Zargo.
Nel 2007, a opera dell’autore Daniel Proctor, si può scaricare gratuitamente Labyrinth Lord , di cui abbiamo già parlato, dedicandogli un articolo e altro materiale. Che cosa c’entra con Zargo, direte voi? Andiamo con ordine.
Labyrinth Lord appartiene al filone di giochi denominati “retroclone”. In breve sono giochi che sfruttano tutti o parte dei sistemi di giochi più famosi, in particolare D&D e Advanced D&D. In particolare Labyrinth Lord riprende l’idea del tradizionale gruppo di eroi (chierico, guerriero, elfo…) che esplorano un pericoloso labirinto, esattamente come il vecchio D&D. E che c’entra con Zargo, vi chiedete di nuovo? Beh, è stata proprio questa la scintilla che ha portato Tito Leati, Emiliano Marchetti e Roberto Pecoraro alla nuova incarnazione del gioco. Come affermano gli autori stessi nel blog ufficiale, è stato LL a fungere da ispirazione.
Un retroclone di D&D? Magari D&D 3.5? Come si può adattare il sistema all’ambientazione senza tradire l’uno e l’altro?
È il 2014 e L’Era di Zargo – il Gioco di Ruolo vede la luce.
Quindi che cos’è L’Era di Zargo? In breve: è un GdR con un’ambientazione in stile medioevale che ha fatto storia, che sfrutta l’Open-Game License (OGL) del d20 System nel suo regolamento, con alcune modifiche.
A sfogliare il manuale, in un sobrio bianco e nero, sembra a prima vista uno dei supplementi OGL di D&D dei primi anni 2000, come Kingdoms of Kalamar e la collana Sword&Sorcery. Buona parte delle regole restano le stesse, con le ormai tradizionali sei caratteristiche di D&D e la suddivisione in classi e razze. Non tutto del d20 System è stato mantenuto: per esempio il sistema delle abilità è stato sostituito con un metodo più semplicistico basato sulla professione/classe del personaggio. Questo sia per cercare di modernizzare il regolamento, sia per attenersi il più possibile all’atmosfera del pianeta Zargo, più medioevale che fantasy. Non che manchino draghi e simili, comunque: tra le razze giocabili sono disponibili anche uomini alati e uomini-gatto.
L’Era di Zargo vede la luce in tempo per partecipare anche al concorso Gioco dell’Anno 2014 e ottiene un buon successo. Un anno dopo, a Lucca 2015, fa bella mostra sugli scaffali della Raven, che ne cura la distribuzione.
Ora, nel 2016, qualcuno ha avuto un’idea per promuovere ulteriormente il gioco…
L’Era di Zargo: The Appreciation Day – Il Concorso
Passiamo ora alle ultime novità: il concorso.
Il proprietario del blog Castelli e Chimere, Fabio Milito Pagliara, è un autentico fan di questo retroclone. Tanto da proporre così:
Per rivalutare e diffondere l’ottimo gioco L’Era di Zargo il 29 febbraio 2016 sarà “L’Era di Zargo Appreciation Day“, ovvero un giorno in cui tutti sono invitati a pubblicare articoli su L’Era di Zargo, sui propri blog (o su un forum/pagina fb).
Gli articoli possono essere una recensione, un’avventura, una classe od una razza per il gioco… insomma qualsiasi cosa a tema per il gioco L’Era di Zargo.
Come promesso nella recensione del gioco metto in palio una copia del gioco L’Era di Zargo, da estrarre a sorte tra tutti i partecipanti alla giornata.
La copia in questione sarà una copia cartacea softcover (quella in vendita su Amazon) che invierò direttamente da Amazon, per cui il vincitore dovrà fornirmi un recapito postale cui far pervenire il premio (ohi potete anche vincere e farmi mandare il premio ad un amico!).
L’idea c’è tutta e il gioco merita anche solo per l’importanza storica. Che aspettate?
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