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Sabato 12 e domenica 13 ottobre scorsi a Monza si è tenuta la prima edizione di Freeform, “convention per live e altri gdr fuor di sesto”. Organizzata dalla modenese Susi Ansaloni e dal bergamasco Oscar Biffi, noti organizzatori di live da camera, Freeform è nata nello stesso guazzabuglio creativo di Chambercon (di cui abbiamo già parlato), ma con specifiche tecniche diverse: non più un agriturismo immerso nel verde come a Chambercon, ma un albergo (l’Hotel della Regione a Monza) messo completamente a disposizione dei partecipanti; non solo live da camera come a Chambercon, ma anche giochi di ruolo al tavolo; e infine una particolare predisposizione, da parte degli organizzatori di Freeform, a mettere in programma eventi che necessitano ancora di essere testati. È forse proprio questa la caratteristica più notevole di Freeform rispetto ad altre convention simili: quella di aver fornito ad autori e organizzatori uno spazio (e i giocatori) con cui testare i propri eventi in un’atmosfera di autentica collaborazione, in cui nessun partecipante si aspettava di avere a che fare con eventi già pronti al 100%, e quindi non veniva deluso dai risultati ma anzi partecipava con entusiasmo al processo di raffinamento e rielaborazione degli scenari.

freeform07Rispetto a questi obiettivi (comunque in larga parte raggiunti) personalmente mi hanno lasciato un po’ perplesso alcune scelte organizzative. Per esempio, a un evento in cui ci si aspetta di giocare soprattutto eventi ancora da testare (e quindi si fa in qualche modo da cavie), forse poteva essere più opportuno scegliere una sistemazione a basso costo: invece le soluzioni per vitto e alloggio proposte dall’hotel non sono state esattamente economiche, soprattutto tenendo presente che non era possibile giocare un evento se non si aveva pagato per uno dei pasti immediatamente prima o dopo l’evento stesso (e bisognava pagare tutto in largo anticipo rispetto alla data dell’evento). Ciononostante la partecipazione è stata commisurata alle aspettative (35 partecipanti iscritti e paganti, di cui solo uno non si è presentato), quindi alla fine gli organizzatori hanno avuto ragione. Forse, nonostante i tempi di crisi, tenere bassi i prezzi degli eventi non va considerata una priorità. Però qualcuno potrebbe anche dire che con prezzi più bassi i partecipanti sarebbero stati ancora di più (per esempio va sottolineato che, a parte gli organizzatori, solo un altro paio di persone hanno scelto di dormire in albergo), ma naturalmente la cosa è tutta da dimostrare.

freeform04Inoltre il meccanismo delle iscrizioni ai vari eventi è stato un po’ strano: gli organizzatori avevano il nobile scopo di riempire tutti gli eventi e di dare a tutti qualcosa da giocare in tutte le fasce orarie, e per raggiungere questo obiettivo hanno rivoluzionato più volte il palinsesto, capovolgendolo letteralmente da capo a piedi. Nulla di male, è una cosa che fanno anche altre convention ludiche, che però non ho mai visto fare con il palinsesto in chiaro: di solito in questi casi i giocatori danno le loro preferenze su quali eventi giocare e dicono in quali fasce orarie saranno presenti alla convention, e poi dopo la scadenza definita per le iscrizioni il palinsesto viene composto una volta per tutte sulla base di preferenze e disponibilità, e da allora è inamovibile. Invece la scelta di spostare continuamente eventi e giocatori sulla base delle nuove iscrizioni, come hanno fatto gli organizzatori di Freeform, richiede un notevole sforzo organizzativo per risolvere questo rompicapo che muta continuamente; inoltre, dato che tutti i cambiamenti erano visibili dall’esterno, tutto il processo può generare qualche inutile ansietà nei partecipanti. Alla fine il risultato a Freeform è stato assolutamente ottimale (tutti gli eventi sono partiti con un numero sufficiente di iscritti e tutti hanno avuto sempre qualcosa da giocare), ma paradossalmente questo è stato possibile grazie anche alla defezione di uno dei partecipanti paganti, che non ha compromesso nessuno degli eventi cui era iscritto ma anzi ha liberato un posto che ha permesso di giocare anche a una persona che in una fascia oraria era rimasta senza niente da fare. Insomma un po’ paradossale, ma tutto è bene quel che finisce bene.

freeform01Sotto tutti gli altri punti di vista l’evento è stato assolutamente eccellente: i pasti, per quanto costosi rispetto alle solite convention ludiche, sono stati all’altezza del loro prezzo, le attività collaterali proposte dall’organizzazione (la cena con delitto del sabato sera e il gran galà steampunk con pseudo-premiazioni della domenica sera) sono state divertenti e ben gestite, e soprattutto gli eventi proposti hanno mostrato che la scena di mini-live orbitante intorno al Flying Circus è ancora viva e vitale. Mi limito qui a giudicare gli eventi che ho giocato, che sono stati tutti dal vivo, quindi non posso esprimere un giudizio sui giochi di ruolo al tavolo: sempre tenendo presente che si trattava di scenari ancora da testare, tutte le esperienze di larp proposte hanno avuto qualche spunto interessante, e alcuni eventi sono stati davvero notevoli, tanto che mi piacerebbe replicarli in futuro in veste di organizzatore. Ma soprattutto Freeform, come Chambercon prima di esso, ha dimostrato che è ancora possibile organizzare mini-convention di live da camera. Forse la crisi, almeno per la scena dei mini-live, è davvero finita, e si può guardare al futuro con un certo ottimismo.

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