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Una volta pubblicati i finalisti del Gioco di Ruolo dell’Anno, qui a GdRItalia ci siamo dedicati ad analizzare le scelte che hanno portato la giuria a selezionare i tre giochi rimasti in lizza.

A differenza del concorso dell’anno scorso, le candidature al Gioco dell’Anno 2015 hanno riservato meno sorprese.

La quantità di giochi presentata era praticamente la stessa (dodici titoli, contro i tredici dell’anno scorso), ma, contrariamente al 2014, all’interno del settore alcune candidature apparivano sicure. Ciononostante qualche sorpresa in serbo c’è stata… ma vediamo di procedere con ordine.

Per comodità di consultazione, mettiamo qui in cima il link al Regolamento del Concorso. Riportiamo qui i criteri di valutazione con cui sono stati esaminati i giochi:

  • Idea del gioco
  • Regolamento
  • Manuale
  • Illustrazioni

E ora andiamo a incontrare i finalisti…

 

FATE Sistema Base

FATE_baseÈ stato un po’ il caso dell’anno scorso: un gioco di grandissimo successo negli Stati Uniti (dopo la chiusura di D&D 4 ha saldamente occupato la seconda posizione tra i titoli più giocati, dopo Pathfinder), che finalmente arriva in lingua italiana dopo una travagliata raccolta fondi online. Iscritto al Gioco dell’Anno e subito escluso, assieme a FATE Accelerato, per ragioni squisitamente burocratiche (leggasi: non è stato stampato in tempo per rientrare nei tempi richiesti dal regolamento). Per questo la sua iscrizione all’edizione attuale era certa, e non stupisce la sua candidatura, vista la qualità.

Di per sé FATE è un gioco decisamente sui generis, che sfrutta un regolamento estremamente semplice personalizzabile a piacere dai giocatori. Non fa mistero né di essere stato pensato per avere personaggi abilissimi in tutto quello che fanno (i famosi “superprotagonisti bellissimi”, Dark Schneider di Bastard!!! docet), né di essere un gioco che sostiene il più possibile i giocatori. Gran parte del manuale si prodiga nel fornire a giocatori e master spunti, idee e suggerimenti su come gestire l’andamento delle partite, fondamentale per un sistema così libero, col lodevole scopo di essere una guida a giocare di ruolo come si deve. Un impegno, questo, che non dev’essere sfuggito alla giuria, visto che uno dei criteri di valutazione dei titoli era proprio premiare la capacità dei sistemi di gioco d’incentivare i giocatori al gioco di ruolo (vedi Regolamento).

Dove invece FATE perde smalto è nella qualità editoriale. Per quanto il manuale sia progettato all’insegna della facilità di consultazione (ottima l’idea di aggiungere rimandi a bordo pagina), l’edizione italiana non sempre è all’altezza dell’originale, con alcune incertezze nel testo e illustrazioni che non rendono giustizia al gioco.

Ma vincere sulla qualità dell’edizione è veramente difficile quest’anno, visto che il secondo candidato è…

Numenera

Numenera scatolaAnche qui non c’è molto da stupirsi sulla candidatura: In Italia come all’estero Numenera è stato un immediato successo. È opera di Monte Cook, che, benché nella penisola sia famoso principalmente come “l’autore del Book of Vile Darkness“, è uno dei più celebri autori di giochi al mondo, sviluppatore della terza edizione di Dungeons&Dragons e titolare della casa produttrice Mongoose, di cui scriveva da solo praticamente tutti i titoli.

Forte di mezzo milione di dollari raccolti col kickstarter, Numenera è prima di tutto un’ambientazione: una Terra di un remotissimo futuro, in cui la fantascienza ha raggiunto un livello tale che fa il giro e diventa fantasy, descritta nel dettaglio e piena di trovate geniali. Il sistema di gioco, ormai solo lontanamente ispirato al d20 System (che a qualcuno farà anche schifo, ma resta il sistema di maggiore successo nella storia dei GdR), è stato ideato appositamente per l’ambientazione ed è stato successivamente riadattato a sistema generico in Cypher System. Dove veramente Numenera non teme rivali è nella realizzazione tecnica: oltre a un’eccellente veste grafica e a illustrazioni suggestive e di alta qualità, la presentazione del materiale è perfetta, con grande cura per lo user-friendly.

In particolare l’edizione italiana, in “boxed set” riesce a essere anche migliore dell’originale: nel senso che non solo Cook in persona si è complimentato, ma ha sfruttato certe idee di pubblicazione (come i fascicoli di sole illustrazioni) per i successivi supplementi. Insomma: indipendentemente dal gioco di ruolo in se stesso, la versione italiana di Numenera stabilisce nuovi standard qualitativi per le pubblicazioni di giochi.

 

Se quindi le prime due candidature sembravano praticamente prenotate, per il terzo seggio l’esito era incerto. C’erano alcuni titoli molto validi, per cui vale la pena osservare più da vicino l’ultimo finalista:

Drizzit

drizzit_gdr_coverEsattamente come Drizzit nasce come omaggio al famoso personaggio dei Forgotten Realms Drizzt Do’Urden, il suo GdR ufficiale nasce come omaggio a D&D. Anche se il sistema di gioco è del tutto diverso, restano diversi accenni alle regole del GdR più famoso del mondo, per quanto poi si sviluppino in altra maniera, mantenendo comunque un regolamento semplice.

Non che questo sia il suo unico pregio: la veste grafica del manuale è ottima, grazie anche alle illustrazioni dell’autore, la prosa è piacevole e piena dell’umorismo che si respira nelle strisce e non si può che applaudire all’eccellente lavoro dietro all’ambientazione… che compare solamente nel manuale e non sul sito ufficiale.

Soprattutto, il regolamento vuole convertire in gioco le stesse scene che si vedono nel webcomic (praticamente necessario, quando si crea un gioco basato su un’altra forma d’intrattenimento), senza per questo renderlo complicato. Come parlavamo nella recensione, Drizzit è un gioco dalle regole volutamente semplici e intuitive, sviluppato prima di tutto per attirare i fan dell’ormai celebre webcomic, che non sono necessariamente esperti di giochi di ruolo.

E, probabilmente, è stata proprio l’attenzione rivolta ai neofiti a far pendere la scelta della giuria a favore di Drizzit.

 

Tirando le Somme

Rispetto agli anni passati, sembra evidente che la qualità dei giochi si stia alzando, sia come qualità editoriale, sia come qualità del gioco di ruolo. Soprattutto, il punto di forza di due finalisti è la capacità di attirare nuovi giocatori, indispensabile per un settore come il GdR che da anni non versa in buone condizioni, e il punto di forza del terzo è la realizzazione tecnica, che è indice non solo di professionalità, ma anche di rispetto per l’utente.

Fattori che definire “non raggiunti”, per certi concorrenti degli anni passati, era un eufemismo, considerando l’imbarazzante qualità di alcuni finalisti.

 

Certo, restano fuori candidatura altri titoli molto validi, che forse non hanno saputo convincere sotto tutti i criteri di valutazione. Ma avere questi tre in rappresentanza del miglior gioco di ruolo dell’anno è indiscutibilmente positivo.

E, come sempre, vinca il migliore.

 

Gioco dell'Anno 2015: Conosciamo i Candidati
96%Punteggio totale
Voti lettori: (6 Voti)
96%

A proposito dell'autore

Lavos-D è un illithid colmo di bontà e di dolcezza, che distilla interamente nei suoi favolosi dolci: per questo non gliene resta più quando scrive i suoi acidissimi articoli. Il suo motto è provare qualsiasi gioco esistente, sennò non lo si può criticare. Quando il suo eterno ruolo di master gli lascia tempo libero lavora a GdRITalia in veste plurima di pasticciere ufficiale, redattore, editor, (re)censore, traduttore in seconda e spalla comica a tempo perso. Da quando si è autoproclamato sommo sacerdote del Grande Cthulhu si è montato la testa e non ci si ragiona più.

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